TRA GLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA QUALCUNO NON HA ANCORA DIGERITO LA SVOLTA UNITARIA E ABROGAZIONISTA : CHI STRAPARLA DI NO194 PRENDA ESEMPIO DI COERENZA E COMPATTEZZA , IL CASO FRANCESCO AGNOLI

Scriviamo questo pezzo con la piena consapevolezza che esso sarà censurato dal circuito dei siti pro-life nazionali ( o , molto più difficilmente , che verrà riportato solo a seguito di tale premessa per smentirmi ) , che danno viceversa ampio spazio ad ogni pezzo che viene pubblicato contro NO194 e il sottoscritto .

Chi volesse applicare il diritto di replica , che dovrebbe essere basilare per coloro che operano nel campo giornalistico , potrebbe liberamente pubblicare questo pezzo , il che non avverrà .

Ho preso atto in questi giorni di una polemica insorta , a margine dell’ultima Marcia , tra gli altri due leader ( cattolicissimi , come il sottoscritto ) dei movimenti pro life che ho incontrato a Giussano il 2-2-2013 , con repliche e controrepliche .

Trovo positivo che un cattolico non si limite a sorridere di fronte a tesi diverse dalle quelle in cui crede , ma replichi e controreplichi , il dibattito arricchisce le coscienze , il silenzio le inaridisce .

In particolare , il fondatore del comitato V. e V. , scissionista dal MPV , ha invitato a diffidare dalle imitazioni , con riferimento a manifestazioni future del secondo movimento , ed ha contestato il vistoso richiamo con pettorine gialle alla campagna “ Uno di noi “ fatto da aderenti a quest’ultima organizzazione che hanno partecipato al recente evento romano .

Dato atto che questa campagna , nel merito , è dal sottoscritto ritenuta non condivisibile per le ragioni già più volte esposte , ma che si è lasciata libertà ai nostri iscritti di aderire ad essa e di contribuire anche alla raccolta delle firme ( cortesia per nulla ricambiata e per la quale non abbiamo ricevuto alcun ringraziamento ) , trovo sin troppo evidente che la presa di posizione nei confronti del MPV , la quale pur proviene da una fonte di orientamento più vicino al nostro , sia del tutto stridente con le dichiarazioni rese il 17 gennaio scorso dalla portavoce della Marcia , riportate anche nel mio ultimo pezzo .

La drssa Coda Nunziante , come noto , ha affermato in tale occasione per la prima volta la natura non solo abrogazionista , ma pure unitaria dell’evento ( così , in particolare , in risposta alla domanda n. 4 : “ Sul nostro sito leggerà che la “ Marcia per la vita “ è aperta a tutti , senza preclusioni di ordine politico o religioso “ ) .

Un superamento dell’inziale vocazione della Marcia , organizzata non per la Vita ma contro il Movimento per la Vita ( ricordate le foto comparative pubblicate ancora lo scorso anno dal direttore di Riscossa Cristiana , preso dall’ansia di contarsi , per usare sue parole , della sala Nervi semivuota? ) , non a favore dell’abrogazione della 194 ma in nome di un pro life generico e demagogico .

In pratica , la matrice dell’evento è ora abrogazionista , ma chiunque appartenga al pro life nazionale voglia intervenire alla manifestazione è libero di farlo , perché la Marcia è aperta a tutti , ferma restando quell’identità , del tutto inedita rispetto al passato ( abbiamo riportato testualmente le inequivocabili dichiarazioni di segno opposto del prof. Agnoli solo di 13 mesi prima , che indicava nella legge un optional del tutto irrilevante rispetto all’orientamento culturale di un popolo e al fenomeno dell’aborto in generale ) .

Parole evidentemente non digerite dall’entourage della portavoce , se è vero che il fondatore-presidente del comitato V. e V. , dopo che la sua organizzazione non aveva aderito alla prima Marcia per ragioni critiche identiche alle nostre , che pur partecipiamo a qualsiasi manifestazione pro life , è entrato a far parte dell’organizzazione dell’evento capitolino , significativamente , vista la sua diversa matrice rispetto al passato .

Lo stesso atteggiamento critico , anzi astioso , è , come sempre , riscontrabile nel recente intervento del prof. Agnoli verso NO194 , uno storico censore della nostra iniziativa , alla quale egli da subito ha cercato di non dare alcun spazio nonostante la sua oggettiva natura antiabortista , dopo aver scritto per anni fiumi di inchiostro contro il fenomeno dell’interruzione volontaria di gravidanza .

Scalzato per un attimo il suo portavoce ufficioso Paolo Deotto dal suo incarico , egli ( che si permette persino di citare Gesù a sostegno delle proprie tesi , tra l’altro interpretando in modo del tutto arbitrario e distorto le sue parole , al punto che , se si fosse osservata tale sua interpretazione di esse , il cristianesimo sarebbe oggi poco più che una setta ) , interviene in prima persona per attaccare la nostra organizzazione , con il disordine tipico della squadra di bassa classifica che , subito il goal , nel tentativo di raggiungere il pareggio , si espone con offensive disordinate a continui contropiede avversari .

Agnoli , che non accetta inspiegabilmente che si riportino sue frasi testuali , con tanto di testo integrale del suo articolo linkato , quasi si vergognasse del proprio pensiero , ha in questi giorni dichiarato che il referendum è una chimera , dovendo , a suo avviso , prima di affrontare tale iniziativa , verificarsi una svolta culturale nel paese e non avendo noi i mezzi economici per intraprenderlo .

Egli , prima di perdersi in disquisizioni sociologiche in parte ovvie ( la cultura dominante è a favore della 194 ) e in parte poeticamente fumose ( occorre scaldare i cuori e convertire le coscienze ) , cita il seguente passaggio : “Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29 Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30 Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31 Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila...” (Lc, 14, 2930) .

In pratica egli sostiene che prima di intraprendere un’iniziativa referendaria occorrerebbe avere in tasca i fondi necessari per affrontare questa operazione .

Anzitutto Agnoli non sa nulla della nostra iniziativa e delle coperture delle quali potremmo usufruire .

Ma , anche a prescindere da ciò e pure se fossimo degli squattrinati come lui auspica , alla pari di ogni fervente attivista del partito radicale , è evidente a chiunque che se non si raccolgono le adesioni ad un’operazione non si possono ricevere i fondi , dagli aderenti , se autofinanziata , o da terzi .

E le fondamenta che egli evoca sono proprio queste : le adesioni .

Chi può coprire anticipatamente i costi di un’iniziativa ( per il cui successo è indispensabile avere il 50% dei voti favorevoli su un numero di votanti che superi il quorum della metà più uno degli elettori ) di cui s’ignori la consistenza , in termini di consenso e di militanza , che dev’essere tale da garantire anche solo la positiva raccolta delle firme , preliminare alla consultazione ?

Consenso , tra l’altro , che noi abbiamo ottenuto e che lui non sa neppure cosa sia .

Egli scrive , con riferimento ad una nostra lettera interna rivolta agli iscritti e non a lui , che in quanto tale dovrebbe dunque essere coperta da riservatezza , circostanza che egli come giornalista , non so se pubblicista o meno , dovrebbe ben conoscere : “ Questa volta il presidente della No 194 non azzarda la solita solfa del passato, quando ogni mail conteneva l’affermazione più o meno esplicita secondo cui la No 194, cioè Guerini, costituirebbe il più grosso movimento pro life italiano. Le 40.000 persone presenti alla marcia, convocate non certo da lui, infatti, scoraggiano affermazioni trionfalistiche del genere “ .

A parte l’attendibilità delle cifre richiamate ( del tutto ufficiose e sovrastimate , comprensive di stranieri , bambini e infanti in carrozzina , sicuramente anche dal sottoscritto particolarmente apprezzati ma che di fatto non si potrebbero iscrivere a nessuna organizzazione ) e il ruolo di convocatore di coscienze che egli molto generosamente si attribuisce , Agnoli dimostra di non sapere cosa sia un movimento e di non sapere cosa sia la Marcia , a riprova di quanto sia un evento che non lo riguardi o non lo riguardi più e del quale comunque non comprenda la natura .

In quella famosa intervista datata 17 gennaio 2013 , la drssa Virginia Coda Nunziante , portavoce dell’evento , in risposta alla domanda n. 5 “ Il successo dello scorso anno non vi spinge a creare un nuovo Movimento per la Vita in Italia ? “ ha dichiarato testualmente : “ Non abbiamo assolutamente questa intenzione . In Italia esiste da oltre 30 anni un Movimento per la Vita e ci auguriamo che continui ad esistere , anche perché in esso abbiamo tanti amici e collaboratori ; auspichiamo che sia meglio compresa la necessità di grandi manifestazioni pubbliche in difesa della vita . Noi siamo nati proprio per supplire a questa lacuna del mondo pro-life italiano , ma vogliamo limitarci all’organizzazione periodica di queste manifestazioni : dalla netta denuncia pubblica verrà lo spostamento culturale e da questo il mutamento legislativo per la vita . E’ per questo che la nostra struttura giuridica è quella di un Comitato ( affermazione inesatta , giuridicamente , in quanto non dirimente ndr ) e non di un’associazione . Esistiamo in funzione dell’evento concreto che organizziamo , ma lasciamo ad altri amici il compito di sviluppare con altre iniziative la difesa per la vita in Italia “ .

Una smentita testuale , categorica ed inequivocabile .

Del resto la pretesa di tesserare i partecipanti ad una manifestazione aperta a tutti sarebbe già di per sé contraddittoria e fuori luogo .

A prescindere dal fatto che , come intuibile , il 12 maggio erano presenti diverse migliaia di nostri stessi iscritti ( che non hanno per ciò aderito ad altre organizzazioni né hanno revocato al propria iscrizione a NO194 ) , un conto è portare a Roma qualche migliaio di persone a fare una Marcia (vale a dire una passeggiata) generica , come lui voleva fosse , e non abrogazionista , come gli è stato imposto , in uno scenario straordinario e a prezzi stracciati , un conto è avere un seguito alle proprie idee .

La storia ci insegna che il prof. Agnoli ha aderito :

a ) al MPV , nel quale , dopo anni di opposizione interna , non è riuscito a costruire una corrente critica neppure con la consistenza dello 0,1% , se è vero che tutta la classe dirigente è stata di nuovo confermata all’unanimità lo scorso anno ;

b ) al comitato V. e V. , che ha valutato criticamente la “ sua “ Marcia il primo anno con ragioni analoghe alle mie ed ha appoggiato nel merito la mia proposta referendaria , contestando sul piano tecnico i quesiti proposti sulla base di ragioni già respinte in termini di incostituzionalità dalla Consulta nel 1981 , lasciandolo in posizione isolata in entrambe le occasioni .

Egli ,. inoltre :

c ) ha costituito da anni una sua organizzazione che ha un numero di iscritti a dir poco trascurabile ;

d ) ha organizzato una Marcia contro il MPV e NO194 genericamente pro life , per poi essere costretto in minoranza a sopportare una trasformazione dell’evento in unitario e abrogazionista che nulla ha a che vedere con quello che lui aveva progettato .

Il professore, quindi , non cerchi la pagliuzza nell’occhio altrui ma prenda atto della trave che alberga nel suo , se è vero che , nel campo pro life , non riesce a portare a termine nulla che egli condivida che abbia una qualche consistenza e solidità .

E quanto alla derisione , per l’appunto , Agnoli si preoccupi delle sue incoerenze , che lo portano ad alterarsi con chi riporta testualmente sue frasi che , evidentemente , non vorrebbe aver scritto .

Egli non sa cosa significhi fondare un’organizzazione solida con 17 000 aderenti ed esserne a capo , mantenendone coerentemente inalterate tutte le caratteristiche , essenziali e marginali .

Un comitato ( alla pari di un partito , un movimento , un’associazione ) ha tre problematiche di fondo : indirizzo , obiettivo da conseguire in relazione a quell’indirizzo , organizzazione .

I primi due elementi ( abrogazionismo referendario ) sono già condivisi in partenza dall’iscritto , in quanto non solo sono riportati a chiare lettere più volte nel modulo di adesione ( che nessun partecipante alle marce compilerà mai ) , ma analizzati in dettaglio nel manifesto riportato sul nostro sito e che il neoiscritto approva nella sua adesione on line .

Il terzo , poi , è rimesso alla discrezione dei comitati locali , ferma restando l’unitarietà di manifestazioni di respiro nazionale come la 12 ore e l’obbligatorietà di passaggi legislativamente disciplinati dalla normativa referendaria , il che esclude possibilità di contrasto .

Coerenza , dunque , e , non a caso , solidità .

Coerenza perché non solo non potrò mai smentire me stesso , ma perché nessuno al nostro interno potrà mai contestare una linea che è inequivocabile , a differenza di quanto sta avvenendo tra gli organizzatori della Marcia .

Solidità , se è vero che in due anni , nonostante i molteplici attacchi esterni , dimostrabili perché avvenuti attraverso articoli pubblicati sul web , sono uscite 9 persone su 17 000 iscritti , tra cui un informatico e una pensionata che si sono improvvisati costituzionalisti , un medico che ha dichiarato che l’aborto ha arricchito non suoi colleghi ma avvocati senza scrupoli , un paio di amici del direttore di Riscossa Cristiana e pochi altri.

A proposito della rivista , sulla quale ho scritto in passato , il cui direttore chiede oggi un contributo economico , capisco e non dubito che si debbano sostenere delle spese per essa , che almeno in parte potrebbero essere coperte da mezzi discreti acquisibili in 4 anni di vita , ma la gratuità degli articoli ( da me sempre osservata a suo tempo ) rende la necessità di tale contributo molto ridotta rispetto alle esigenze che dobbiamo affrontare noi per organizzare l’evento referendario , come sottolinea il nostro storico avversario , che gufa contro di noi alla pari di Bonino e Pannella .

Se volete sostenere economicamente un’iniziativa , dunque , non dimenticatevi di chi persegue un obiettivo concreto che davvero potrebbe dare una svolta , culturale e non solo , al nostro paese .

E , ancor prima , aderite alla stessa tramite il nostro sito www.no194.org , quello ufficiale di NO194, che costituisce non solo il più grosso movimento pro life nazionale , ma pure quello che conta più dell’ 80% degli iscritti ai movimenti dell’area .

Il referendum è di fatto l’unico strumento che può determinare il venire meno della legalizzazione dell’aborto , introdotta in Italia nel 1978 , il resto sono solo mere chiacchiere o auspici .

Se aspettiamo le svolte culturali emergenti ( unioni civili , matrimoni tra persone dello stesso sesso e adozioni a favore di single o di soggetti non coniugati ) , senza comprendere che proprio una campagna referendaria a breve aprirebbe inevitabilmente un dibattito serio nel paese sul tema , il futuro sarà sempre più duro , irrimediabilmente .

E , in generale , se anche alla fine si subisce una sconfitta , meglio chi combatte e perde , rispetto a chi si limita a criticare , proponendo , nella fattispecie , iniziative nella migliore delle ipotesi interlocutorie e limitandosi a contemplare una sconfitta costante alla nostra civiltà quale deve considerarsi la 194 , legge che legalizza la soppressione di un concepito .

Rinviare “ sine die “ una contesa significa rassegnarsi alla sconfitta .

E la rassegnazione è la ratifica della sconfitta , in quanto la rende definitiva .

Pietro Guerini – Presidente nazionale No194

Pubblicato sul web il 23-5-2013

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