Articolo ItaliaOggi del 29 settembre 2012

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“ Tanto la Chiesa non vi appoggerà mai ! “
Parecchi tra di noi , compreso il sottoscritto , dall’inizio della avventura della nostra organizzazione si è sentito rivolgere da qualche sedicente cattolico e , soprattutto , “ pro life “ impegnati , questa frase , pronunciata con ghigno vagamente pannelliano .
Il disinteressato impegno verso la tutela del concepito si esprime così in un atteggiamento e in un malcelato ed implicito auspicio , identico a quello tipico dell’avversario più radicale in tutti i sensi .
Del resto , la torbida commistione tra opposti , sacro e “ antisacro “ , ha avuto diverse espressioni in ogni campo , compreso quello musicale ( pensiamo a Veronica Ciccone , in arte madonna , scritto in minuscolo per ovvio rispetto verso la fede professata ) ed anche certo antiabortismo nazionale, tanto artisticamente incline ai bei gesti , ai proclami fine a se stessi ed ai predicozzi privi di un minimo obiettivo concreto , non poteva sottrarsi a questa tendenza .
Vediamo se l’auspicio dei nostri avversari più agguerriti , che in teoria potrebbe anche non rivelarsi infondato , con loro soddisfazione , trovi nella realtà nazionale un riscontro , in astratto e in concreto .
Sotto tale ultimo aspetto , la mia analisi farà riferimento ai fatti verificatisi da quando ho promosso questa iniziativa .
1 ) In astratto , di fronte ad un nuovo referendum abrogativo della 194 , che ha legalizzato l’aborto nel nostro paese , la Chiesa potrebbe invitare i fedeli-elettori :
a ) a votare sì all’abrogazione ;
b ) a non recarsi alle urne , al fine di farci mancare il “ quorum “ ;
c ) a votare no all’abrogazione .
Vi è , poi , quale ultima ipotesi , l’eventualità che essa non prenda posizione , aderendo alla tipica istanza della crema illuminata del nostro paese , ben rappresentata nelle istituzioni , nel parlamento e nella cultura , che ritiene che chiunque possa esprimere opinioni su qualunque tema , ad esclusione degli appartenenti al Clero , che dovrebbero astenersi da ogni considerazione anche sulle questioni eticamente sensibili , pena , in caso contrario , una grave e scorretta intromissione nelle vicende italiche .
In linea con tale tendenza-esigenza , in modo più sbrigativo , coerente e meno ipocrita , essi in alcune dittature sono stati fisicamente eliminati , atto perfettamente equiparabile sotto il profilo della libertà di opinione .
A ) Anzitutto e nel merito , l’adozione da parte del mondo ecclesiastico di una posizione diversa da quella di cui al punto a ) sarebbe contrastante con i princìpi basilari del cattolicesimo , ribaditi sino ad oggi dal suo stesso vertice .
Lungi da me l’intenzione di strumentalizzare opinioni tanto autorevoli come quelle espresse in materia di aborto dai Pontefici , ma , in quest’epoca caratterizzata da una certa confusione , trovo interessante ricordare gli interventi effettuati dagli ultimi Papi su tale tragica piaga .
Il 22 maggio 2003 , in occasione del venticinquesimo anniversario dall’entrata in vigore della 194 , Papa Giovanni Paolo II dichiarò : “ Non può esserci pace autentica senza il rispetto della Vita , specie se innocente e indifesa come quella dei bambini non ancora nati . “ , “ Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la Vita in ogni sua fase , dal suo sorgere sino al naturale tramonto “ .
Del resto nella “ Evangelium vitae “ del 1995 , il Pontefice polacco affermò inequivocabilmente che “ L’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta , comunque venga attuata , di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza , compresa tra il concepimento e la nascita “ .
Papa Benedetto XVI , in occasione del trentennale dall’entrata in vigore della legge che vogliamo abrogare , quindi il 22 maggio 2008 , non fece certo affermazioni di tenore diverso : “ L’aver permesso di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza ha aperto un’ulteriore ferita nella nostra società. Difendere la Vita umana è diventato oggi praticamente più difficile , perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore “ , “ Da quando in Italia è stato legalizzato l’aborto ne è derivato un minor rispetto per la persona umana , valore che sta alla base di ogni civile convivenza , al di là di ogni fede “ .
Il 27 febbraio 2011 , Sua Santità ha sottolineato come “ L’aborto non è mai terapeutico, i medici che convincono le donne ad abortire le ingannano “ .
Come si può notare , la condanna espressa dal vertice assoluto della Chiesa cattolica è rivolta non solo contro l’aborto , ma pure esplicitamente contro la legge 194 .
E’ vero , esiste un orientamento minoritario , quello espresso da Don Gallo , molto apprezzato presso certi salotti televisivi , nei quali interviene quale rappresentante della Chiesa riscuotendo scroscianti applausi , che invita da anni il Vaticano a “ rivedere le sue rigide posizioni sull’aborto “ , il che , in realtà , comporterebbe la necessità di rivedere tutte le proprie posizioni .
L’assunto di Don Gallo ( che ha dichiarato di accompagnare le donne ad abortire , si legga l’intervista al Corriere della Sera del 23-11-1998 , e che in ogni caso difende il tenore della 194, in linea con le posizioni eretiche del cattolicesimo parlamentare, che, sostenendo tali tesi, partecipa con i suoi esponenti “più radicali“ alle marce “pro life“ non dichiaratamente abrogazioniste, dominandole sul piano massmediatico e inevitabilmente strumentalizzandole) esprime il proprio tratto “cattolico“ in una lettura di questa normativa che fa salva la sua intoccabilità e si traduce anzi nell’invocazione della sua piena attuazione, sotto il profilo di una valorizzazione dei consultori familiari, quale unico elemento di dibattito con l’area artefice di tale legge .
Ecco che , in pratica , il Sacerdote genovese e i rappresentanti nel parlamento del mondo cattolico nazionale , con la loro posizione , compiono una rilettura dei princìpi fondamentali che caratterizzano il cattolicesimo , che si può tradurre come segue : “ Ama in modo tanto onnipotente te stesso al punto che , qualora ne ravvisi la necessità , puoi sopprimere il prossimo tuo “ , “ Onora il padre e la madre , ma, se vuoi , elimina tuo figlio “ , “ Gli ultimi saranno i primi , sempre che tu ritenga necessario farli nascere “ , “ Non uccidere , al limite sopprimi un individuo durante il concepimento “ .
Riusciranno costoro a convertire il Pontefice in questa matura lettura dei princìpi cattolici ?
In assenza di questo evento , che se attuato si tradurrebbe in quella che taluni definiscono come la protestantizzazione del cattolicesimo ( termine che nella sua accezione moderata , a mio avviso , non rispecchia la situazione nordamericana , dove si registra un forte presenza evangelica ) , con la creazione di una religione fai da te che consenta a ciascuno di comportarsi come vuole e di sentirsi nel contempo con la coscienza a posto , possiamo ritenere che un rappresentante del clero che sposi la teoria Gallo si muova contro i vertici dell’istituzione a cui solennemente appartiene , parlando a titolo strettamente personale pur in assenza di una formale scomunica .
B ) Sotto il profilo puramente strategico , una posizione diversa da quella favorevole all’abrogazione e diretta comunque ad evitare il voto , non verrebbe compresa dallo zoccolo duro dei fedeli , i cosiddetti cattolici praticanti , e si aprirebbe così forse per la prima volta uno strappo veramente consistente con l’area opposta a quella a cui la Chiesa , secondo gli illuminati esponenti del mondo della cultura , della politica e delle istituzioni , dovrebbe prestare maggiore attenzione per modernizzarsi .
Dalla mia posizione , in contatto quotidiano con un una massa di iscritti che nel suo complesso ad oggi supera le 10 000 unità e che è composta in maggioranza ( oltre ad un 10% di atei o di scarsamente credenti ) da credenti in quanto tali , che non sposano alcuna posizione critica verso il Concilio Vaticano II e che si astengono da dibattiti teologici particolarmente articolati , credo di poter fare questa previsione con una certa cognizione di causa .
A mio avviso , si riduce sempre più col tempo la percentuale di fedeli che si rimette ad una valutazione del religioso circa il merito di una condotta e di un fenomeno ( se quindi essi debbano considerarsi positivi o negativi , accettabili o inaccettabili ) , mentre aumenta l’aspettativa che il fedele ripone nelle istituzioni ecclesiastiche di trovare riconoscimento nei princìpi che egli ritiene rispecchino i valori della confessione di appartenenza .
Ed è ciò che si verifica sempre più anche nel rapporto tra elettore e partito di appartenenza , tanto che la flessibilità del voto è in continua crescita , il “ non capisco ma mi adeguo “ di ferriniana memoria pare oggi molto lontano .
Del resto , la Chiesa non potrebbe mai fermare la nostra iniziativa anche se lo volesse e pure se essa, per quanto promossa da un cattolico dichiarato ed orgoglioso della propria fede come il sottoscritto , non fosse ispirata come lo è dal desiderio di elevare la civiltà del proprio paese e di tutelare il diritto di nascita dei propri connazionali più deboli , non di combattere delle battaglie religiose con i non credenti , che peraltro vedrebbero quest’ultimi pacificamente vittoriosi per ragioni numeriche .
In astratto , dunque , per ragioni sia di merito che strategiche , pare assai difficile immaginare una posizione ecclesiastica in contrasto con la nostra iniziativa , che si aggiunga a quella del mondo parlamentare , della cultura , dei mezzi di informazione e soprattutto dei nostri avversari più accaniti e inconsistenti , vale a dire quella parte del mondo cattolico e “ pro life “ che teme con la nostra iniziativa di perdere visibilità e di dover rendere conto di decenni di letargo e delle proprie più o meno interessate incoerenze .
Basta sfogliare i quotidiani di questi giorni , del resto , per leggere di politici dichiaratamente di area cattolica che invitano preventivamente a non trattare questioni etiche nella prossima campagna elettorale per le consultazioni legislative e di convegni sempre dichiaratamente di area cattolica che si limitano a trattare questioni economiche e nei quali si parla soltanto di danaro .
Il che è indice , quanto meno , di una notevole svalutazione del fattore spirituale .
2 ) In concreto , poi , ho riscontrato un atteggiamento molto positivo da parte del mondo ecclesiastico verso la nostra iniziativa , se è vero che parecchi religiosi hanno aderito e stanno aderendo ad essa , sia attraverso il sito www.no194.org che per via cartacea ( cito solo a titolo di esempio , in rappresentanza delle diverse zone del paese e non potendo riportare un lungo elenco di nominativi , Don Giovanni Ferrara di Padova , Padre Giovanni Cavalcoli di Bologna , Don Marcello Stanzione di Salerno , religiosi noti per la loro lucida coerenza ) .
Assai diffusi sono l’entusiasmo e la precisazione che la Chiesa da anni attendeva un’azione analoga che provenisse dalla società civile , dopo la pubblicazione di montagne di libri in materia .
Gli atteggiamenti di natura diversa , al di là di un’ovvia e comprensibile cautela iniziale di fronte ad un’operazione che stava nascendo , si ricollegano non a divergenze ideali ( fatti salvi i pochi Don Gallo ) o strategiche ( eccetto qualche isolata fisiologica tendenza al doroteismo antropologico ) , ma alla differente natura umana , che porta taluno tra di noi ad essere nella nostra quotidianità più un Don Abbondio che un Don Camillo .
Ricordo i nostri prossimi impegni , strumentali e propagandistici rispetto all’evento referendario : le conferenze di Firenze del 8-9-2012 alle ore 17 nel locale Giubbe Rosse , con locandina già pubblicata sul sito , quella presso la parrocchia di Sant’Ignazio di Loyola a Padova , fissata per le ore 21 del 6-10-2012 e una probabile intermedia a Genova , di cui verrebbe data notizia sempre sul sito , mentre per le ore 9 del 2-11-2012 abbiamo organizzato con altra associazione la 24 ore per la Vita , con gruppi di preghiera che si raduneranno presso ospedali e luoghi di culto , che saranno via via indicati ancora su www.no194.org .
A tale ultimo evento , stante la sua matrice strettamente abrogazionista , l’eventuale presenza di parlamentari nazionali sarebbe meramente tollerata , dovendosi rigettare in radice qualsiasi tentativo di strumentalizzazione da parte di coloro che in questi decenni hanno , con azioni ed omissioni , consentito la vigenza della legge in oggetto , che vogliamo cancellare in modo inequivocabile .
Diversamente essi possono legittimamente operare in altre manifestazioni genericamente “ pro life “ e non dichiaratamente abrogazioniste , quindi compatibili con la loro condotta , considerato il carattere infinitamente indeterminato del termine “ pro life “ e di espressioni affini come “ difesa della vita ”.
Avv. Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194
Pubblicato il 31-8-2012 da www.pontifex.roma.it
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Come già lo scorso anno , si sono tenute a maggio due manifestazioni genericamente definibili come “ pro life “ , riconducibili l’una al Movimento per la Vita , l’altra non al Movimento per la Vita , la prima con un numero di presenti davvero esiguo ( forse un centinaio , secondo quanto attestano le diverse foto riportate sul web ) , la seconda con una partecipazione stimabile grosso modo tra le 10 000 e le 15 000 unità , alla quale ha dato un contributo significativo anche la nostra organizzazione ( nella misura approssimativa di un migliaio di iscritti ) .
Nonostante l’italica tendenza a salire sul carro dei vincitori , ed i numeri in sé esprimono sicuramente un esito positivo della manifestazione , debbo rigettare in modo radicale ogni rivendicazione in questo senso da parte nostra .
Anzitutto , la Marcia per la Vita non è stata da noi ( ben , grazie soprattutto al decisivo apporto di movimenti capitolini ) organizzata , ma da due associazioni che si distinguono chiaramente dalle nostre posizioni , negando la rilevanza che noi attribuiamo alla 194 in tema di aborto , giacché esse propugnano una rivoluzione culturale del paese che prescinde dalla situazione normativa in esso vigente ( come ho ricordato in due miei pezzi pubblicati a fine dicembre e fine febbraio ) .
La nostra presenza , quindi , è stata secondaria , non certo numericamente , ma come ruolo nell’evento , tant’è che anche quest’anno ci è stata negata la partecipazione al dibattito svoltosi a margine della marcia ( il giorno precedente ) .
Una distinzione ben rappresentata dal brand dell’evento : “ Marcia per la Vita “ , sottotitolo “ Chi salva una vita salva il mondo intero “ .
Attenzione , dunque , non è stata organizzata una marcia per l’abrogazione della l. 194 , tanto meno si è specificata la natura referendaria di questo intento .
Il titolo ed il sottotitolo sono talmente generici che ha potuto marciare con noi , abrogazionisti convinti senza se e senza ma , il ben più illustre sindaco di Roma Gianni Alemanno , il quale ha colto l’occasione per dichiarare per l’ennesima volta alla stampa che la legge 194 va integralmente attuata , mediante il potenziamento dei consultori familiari .
Ora , non credo che il primo cittadino capitolino auspichi l’abrogazione di una legge della quale chiede un’integrale applicazione , giacché , in caso contrario , andrebbe sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio .
Ecco che questo evento , nel momento stesso in cui si configura come senz’altro molto positivo per la sua capacità di aggregare un numero elevato di persone e di far passare un indistinto messaggio “pro life“ presso i media , rivela , in parte inevitabilmente , delle contraddizioni e dei limiti molto profondi , conseguenze inevitabili del suo lodevole carattere ecumenico ed evitabili di una genericità di contenuti che ricorda la Marce per la Pace , che vengono retoricamente e demagogicamente organizzate quando la comunità internazionale decide di intervenire anche ( forse non solo , ma anche ) per scongiurare genocidi di massa di comunità inermi , fatalmente compiuti con modalità che di pacifico non hanno nulla .
Non è un caso che non vi sia stata , nella città di gran lunga più politicizzata del nostro paese , una contromanifestazione degna di questo nome , civile per carità , ma contromanifestazione .
Come si può manifestare contro la Vita ( solo i gruppi satanisti lo potrebbero fare , ma non sono ancora così organizzati da esporsi pubblicamente ) ?
Quando assistevo quindicenne alla tribune per il referendum del 1981 , Bonino ( auguri a chiunque la sfiderà per la corsa al Quirinale , nessuno escluso ) e Pannella cercavano di spiegare che loro non erano a favore dell’aborto , ma del diritto di scelta della donna .
Ed erano sicuramente credibili , se è vero che considerando l’aborto un dramma per la potenziale madre , lo ritenevano un dramma per l’unico soggetto che a loro avviso ha valore , stimando essi il concepito come pari al nulla , anzi ad una linfa .
Come si può considerare favorevolmente un evento che si ritiene drammatico per l’unico soggetto a cui si attribuisce rilievo ?
In effetti , lo scontro è tutto qui : diritto di scelta della donna ( consacrato nella 194 ) o diritto di nascita ( da cui l’abrogazione della 194/78 , che lascerebbe l’aborto volontario ammesso nel solo , sempre più remoto sul piano casistico , caso preesistente alla stessa di pericolo di decesso della madre che porti a termine la gravidanza , già tutelato dalla generale e non con essa abrogabile scriminante di cui all’art. 54 c.p. , in vigore già ben prima del 1978) .
Il resto è aria fritta .
Ecco che la saldatura tra palazzo e protesta si è inequivocabilmente appalesata con la partecipazione alla Marcia di diversi parlamentari , quali l’ex Pd Binetti , Lupi e Gasparri .
Se la legge è del tutto marginale perché il fine è convertire le masse con libri e marce ( linea omeopaticamente priva di controindicazioni per il potere politico , a caccia di voti con prese di posizione generiche e fumose ) , come sostengono gli organizzatori , ben possono essere legittimati a partecipare all’evento coloro che , per quanto componenti , anche di lungo corso , dell’organo legislativo , non hanno depositato neppure un mero disegno di legge al limitato fine di modificare anche marginalmente la normativa vigente .
Non è un caso che se , a seguito della manifestazione dei 15 000 di Roma , nessuno ha nemmeno lontanamente ventilato riforme sia pur minime della 194 , i medesimi effetti ( mancata messa in discussione della disciplina legislativa vigente ) hanno prodotto in questi anni i 35 000 o i 300 000 partecipanti , rispettivamente , di Parigi o di Washington , ad identiche sfilate .
E , ad onor del vero , non ci risulta che ad esse siano seguiti una diminuzione degli aborti o un incremento del volontariato “ pro life “ in quei paesi .
Ecco che , per quanto non nutra una particolare simpatia per il MPV , a seguito dei comportamenti verbalmente antagonisti che suoi esponenti hanno osservato nei nostri riguardi in questo breve periodo di esistenza come organizzazione antiabortista , già di gran lunga la prima come numero di iscritti in Italia , debbo , con onestà intellettuale , pormi l’interrogativo sotto il profilo dei contenuti se sia più significativo essere in quattro gatti a sostenere tesi irrazionali (quali propugnare battaglie generiche rispetto al tema dell’aborto , presso sedi incompetenti in materia e ultralaicizzate come quelle comunitarie , con il ricorso all’inefficacissima forma della petizione) o in 15 000 ad esprimere dieci posizioni diverse prive di un comune obiettivo concreto , essendo l’unico identificabile perseguito solo da una parte ( per giunta ghettizzata , nonostante i quasi 10 000 aderenti in crescita esponenziale ) dei presenti .
Bene hanno fatto , quindi , gli organizzatori ad enfatizzare il numero dei partecipanti , in quanto tale dato costituisce un elemento positivo che comprova la forza aggregante della Marcia , che ha fornito l’occasione per riunire sensibilità diverse , mentre , in tale ottica , ha rappresentato a mio avviso una stonatura il raffronto numerico di nuovo competitivo , come già l’anno scorso , con il convegno del MPV , svoltosi presso la Sala Nervi , in quanto disgregante .
Ma se ci limitiamo ad esaltarci nel fare la conta dei partecipanti ad un evento del tutto informale e privo di effetti concreti , commettiamo lo stesso errore che compiono coloro che scendono in piazza il giorno in cui deve essere approvata una legge che non condividono per cercare di scongiurarne l’entrata in vigore ( come avvenuto , ad esempio , per la riforma Gelmini ) .
Differente , per fortuna è l’approccio ( pacifico , invece che violento ) , uguale è l’irritualità costituzionale , il velleitarismo già in astratto ( a prescindere da ogni analisi sulle possibilità di successo , non avendo la piazza alcuna competenza legislativa ) e , dunque , la totale assenza di senso pratico .
Occorre essere consapevoli che uno scudetto non lo vince la squadra che vanta più tifosi , concetto neppure troppo complesso ( nel nostro caso , peraltro , i tifosi sono sostenitori di squadre diverse e propugnatori di strategie differenti , anzi in parte incompatibili ) , ma la squadra che vince la partita in campo .
Se il prossimo anno a Roma si registrassero 30 milioni di presenze , questo non implicherebbe né la modifica della legge ( con la sua . a mio avviso sin troppo evidente , forza culturale sui cittadini ) , né un calo degli aborti ( che vengono comunque praticati e in concreto avallati da una minoranza della popolazione ) .
La legge può essere abrogata solo per via referendaria ( come noi abbiamo affermato a chiare lettere già nel nostro manifesto , stanti l’assoluta inerzia parlamentare e l’orientamento conservatore della Consulta , confermato in questi giorni ) , facendo giocare al popolo l’unica partita che può costituzionalmente disputare come protagonista , senza relegarlo al ruolo di spettatore ed auspicare ingenuamente l’intervento di istituzioni che si muovono in direzione opposta e che mai accetterebbero di adottare decisioni ( penso al Parlamento ) a forte rischio di impopolarità , come dimostrato da oltre trent’anni a questa parte .
Non solo , ma gli aborti possono calare a seguito di un dibattito culturale di massa che può seguire solo ad una consultazione generale sul tema come quella referendaria e ad un’inversione sempre di carattere culturale sancita dall’abolizione di una legge , fenomeno di portata generale vigente per tutti i cittadini e dunque riguardante per intero la collettività , a differenza dell’esposizione di tesi ad una straesigua minoranza già schierata che legge libri sul tema .
Non possiamo , quindi , limitarci a manifestare genericamente per la Vita , ma dobbiamo lottare concretamente e con la consapevolezza dei mezzi che le istituzioni ci riconoscono , da cui il rinnovato invito ad aderire alla nostra iniziativa neoreferendaria attraverso il sito www.no194.org , per combattere una battaglia potenzialmente efficace , per quanto impegnativa in termini di lavoro di militanza , a difesa del diritto di nascita e contro il tragico fenomeno dell’aborto .
Inebriarsi di cifre suggestive e non agire verso l’obiettivo concreto ( trasformando in tal modo il partecipante a positivi eventi di aggregazione da cifra a protagonista ) significa fare un enorme regalo alla nostra controparte , che difende accanitamente l’attuale situazione normativa ed auspica queste forme di velleitarismo , che , appagando col nulla un loro potenziale avversario , lo rendono del tutto inerme ed inoffensivo .
Di ciò dimostrano di essere perfettamente consapevoli i nostri iscritti ed i tantissimi che ancor più in queste settimane stanno aderendo alla nostra organizzazione , anche esprimendo un dissenso verso le associazioni dalle quali provengono che viene motivato con le argomentazioni sopra esposte .
Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194
Pubblicato il 28-6-2012 da www.pontifex.roma.it
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Il manifesto della nostra iniziativa referendaria , da me redatto e riportato sul sito www.no194.org , quello ufficiale dell’associazione no194 e dell’omonimo comitato no194 , che vanta oltre 8 000 aderenti , sigla che rappresenta la prima organizzazione antiabortista italiana , recita :
“ Piuttosto , alla luce del pericolo di una ( peraltro infondata ) censura da parte della Consulta , i quesiti referendari avranno essenzialmente come oggetto le norme più significative della legge , che si aggiungeranno così al quesito sull’abrogazione totale della legge .
Tra le disposizioni più controverse ed impopolari della 194 , in particolare ed anzitutto , debbono annoverarsi l’art. 4 ( che riconosce il diritto di interruzione volontaria della gravidanza anche per mere ragioni economiche , morali e sociali nei primi 90 giorni ) e l’art. 5 ( che attribuisce alla donna, anche se coniugata, il diritto di assumere la decisione abortiva senza coinvolgere il potenziale padre , che può così legalmente rimanere del tutto ignaro dell’evento ) .
L’iniziativa è solo finalizzata all’abrogazione della legge ( dall’entrata in vigore della quale si sono registrati oltre 5 milioni di aborti , secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute ) e rigetta ogni ipotesi di trattativa , che sarebbe inconcepibilmente effettuata sulla pelle del nostro prossimo .
Di conseguenza , possibili effetti legislativi dell’operazione in oggetto restrittivi sulla portata della 194 ( ed intermedi rispetto all’obiettivo indicato ) , sarebbero frutto di una ( tra l’altro ad oggi del tutto improbabile ) azione parlamentare totalmente unilaterale e non concordata con i promotori del referendum “ .
Dal primo periodo , si evince in modo assolutamente pacifico :
1 ) che sarà proposto un quesito sull’abrogazione totale della legge ;
2 ) che , alla luce del pericolo di una ( peraltro infondata nel merito ) censura da parte del Consulta , i quesiti referendari avranno essenzialmente come oggetto le norme più significative della legge , fermo restando il quesito abrogativo totale ( cosiddetto massimale ) .
1 ) Ora , il quesito massimale può essere proposto anche formalmente in modo massimale o in modo formalmente non massimale , ma massimale nella sostanza .
A titolo di esempio , l’abrogazione , tra l’altro , oltre che degli artt. 4 e 5 ( che hanno introdotto il libero aborto nei primi 90 giorni di gravidanza ) , dell’art. 6 limitatamente alla lett. b ( che riguarda i casi di interruzione della gravidanza anche dopo i primi tre mesi di gestazione , ammessa qualora siano accertati processi patologici tali da determinare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna ) , lascerebbe sopravvivere il 6 lett. a , con il quale si ammette l’aborto anche dopo il 90° giorno di gravidanza nel caso di grave pericolo per la vita della donna , per effetto della stessa o del parto .
Come più volte ribadito , tale ultima ipotesi sostanziale non è stata introdotta della 194 , perché anche prima della sua entrata in vigore , anno 1978 , quella fattispecie rientrava nella generale causa di giustificazione di cui all’art. 54 c.p. , non essendo , in particolare , punibile quella condotta per stato di necessità ( della madre ) , quindi per la necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di danno grave alla persona , non volontariamente causato dall’interessato , né altrimenti evitabile , ferma restando la proporzionalità del fatto al pericolo .
Chi con la 194 vorrebbe abolire questa ipotesi , non conosce il diritto .
2 ) I quesiti minimali possibili ed efficaci per i nostri fini sostanziali sono molteplici .
La formula che usato sin dall’inizio è volutamente non specifica , per evitare che qualche associazione usasse la virgola o il punto e virgola per giustificare la sua mancata adesione , mascherando , così , i propri interessi di marchio e di bottega , con implicazioni anche di carattere commerciale .
Ecco che è possibile configurare in via alternativa al quesito massimale , che sicuramente verrà proposto , almeno due ipotesi centrali :
a ) la riproposizione tale e quale del quesito minimale già ammesso nel 1981 ;
b ) un quesito sostanzialmente abrogativo ( tra l’altro ) degli artt. 4 e 5 , che , se ammesso e approvato dal corpo elettorale , estenderebbe ai primi 90 giorni di gravidanza le più rigorose condizioni previste dall’art. 6 della legge .
Quindi , non più aborto libero , neppure nei primi 3 mesi di gestazione .
Per quale motivo questa proposizione alternativa ?
Proprio per evitare che il lavoro immane ( e soprattutto io posso usare questo termine , anche se nessuno mi ha obbligato ad affrontare questa battaglia ) che presuppone questa operazione non cada nel nulla , stante i pericoli di una censura della Consulta , ma che si possa ottenere almeno un risultato parziale , significativo sul piano giuridico e culturale .
Chiederemo , dunque , come da manifesto , l’abrogazione totale , in subordine abrogazioni parziali .
Ora , la recente sentenza n. 13 del 2012 , con la quale sono stati rigettati i quesiti del referendum elettorale di Dipietrista matrice , hanno sottolineato , in parte ribadendoli , due princìpi di fondo :
a ) l’inammissibilità di una reviviscenza di una legge ( abrogata ) anteriore rispetto a quella oggetto di referendum ;
b ) la necessità che , dall’astratta abrogazione della legge , sia configurabile una normativa cosiddetta “ di risulta “ , quindi residua e tale da poter sopravvivere autonomamente ed essere immediatamente applicabile , regolando la materia .
I due princìpi , a mio avviso , sono del tutto contraddittori .
Per giustificare il primo , infatti , molto discutibile e contestato da diversi costituzionalisti , s’afferma che dall’approvazione di un referendum abrogativo non può derivare l’entrata in vigore di una disciplina , ancorché preesistente e soppressa , poiché , in tal caso , si stravolgerebbe la natura dell’istituto referendario , trasformandolo da abrogativo a propositivo ..
Orbene , tale motivazione , a mio avviso , vale però anche per smentire il secondo princìpio che la Corte Costituzionale afferma , in quanto attraverso la normativa di risulta l’approvazione del referendum svolge , comunque , una funzione novativo-legislativa , disciplinando novativamente la materia .
La mancata ammissione nel 2005 del quesito massimale sulla L. 40 era giustificato dall’assenza di una normativa precedente , da cui la prospettiva di un autentico vuoto normativo .
Pericolo , comunque , da escludersi in presenza di quesiti abrogativi parziali , nei termini di cui sopra .
Ad ogni buon conto , ribadisco la mia assoluta apertura sui dettagli dei quesiti ad un confronto con tutte quelle organizzazione che volessero subordinare la propria adesione a questioni di carattere tecnico-giuridico .
Naturalmente , il mio auspicio è che le possibili considerazioni provengano da soggetti che conoscono il diritto applicato ( avvocati o giudici ) o , quanto meno , che siano dottori in legge e lavorino sul diritto .
Invito , quindi , tutti i rappresentanti di associazioni o comitati o loro esponenti a formulare pubblicamente tali possibili considerazioni , che non potranno , peraltro , mai essere considerate delle contestazioni , rispetto a quesiti che non ho mai volutamente enunciato in modo specifico .
Inoltre , mi rendo disponibile ad un dibattito , sempre pubblico , sui quesiti medesimi , alla presenza dell’assemblea di quelle organizzazioni .
Non temo la trasparenza , come sempre , non avendo nulla da nascondere .
Ognuno , all’occorrenza , potrà valutare da oggi parole e silenzi .
Invito , come sempre , tutti coloro che ritengono che abbia un senso protestare contro qualcosa solo se si ha una proposta concreta diretta alla sua eliminazione , ad aderire alla nostra iniziativa tramite il sito ufficiale www.no194.org .
Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194
Pubblicato il 15-5-2012 da www.pontifex.roma.it e www.riscossacristiana.it
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Concludendo la nostra panoramica , dopo aver analizzato in dettaglio le tre correnti dell’antiabortismo nazionale più lontane dalle nostre posizioni ( i difensori della 194 , i critici verso la legge ma relativisti e gli sconfitti e rassegnati ) , ci soffermiamo su quella più prossima alle stesse, quella degli abrogazionisti teorici .
Ci accomuna con costoro la condivisione di diversi princìpi , quelli secondo cui :
a ) il carattere aberrante di un fenomeno è incompatibile con la sua legalizzazione ;
b ) la legge non è un dettaglio della storia , ma contribuisce a modificare l’orientamento culturale della collettività ;
c ) i concepiti sono tutti uguali , in ogni epoca , quindi sono meritevoli di tutela sul piano legislativo anche se l’atto di concepimento che li riguarda sia successivo al 1981 , anno del primo referendum , e per il loro diritto alla vita è civicamente doveroso lottare anche a costo di perdere una consultazione elettorale , al fine di tentare di eliminare una sconfitta perenne , silenziosa e quotidiana conseguente alla permanente vigenza della 194 .
Ci differenzia da loro il carattere puramente teorico dell’abrogazionismo che essi configurano .
Tale differenza si basa più su condizioni piscologiche che di pensiero .
E’ propria di una parte del genere umano la tendenza a declamare e ad enunciare massime , senza minimamente porsi il problema di dare un seguito ( e , quindi , un senso ) alle proprie enunciazioni .
L’importante è il bel gesto , la frase ad effetto , magari pretesamente ridondante di cultura e nulla sotto il profilo degli effetti concreti , tale , dunque , da sfuggire ad ogni sconfitta , in quanto la partita di costoro non inizia mai , evento contrastante con la loro fisiologica inconcludenza .
Abbiamo poi i criticoni di natura , coloro che , sedicenti primi della classe , impallinano chiunque si muova , tanto acuti nel cogliere veri o presunti errori altrui , talvolta presbiti nello scorgere i propri .
Accanto agli “ artisti “ ed ai critici in sé , vi sono coloro che appoggiano solo ciò che è nato e viene gestito da loro stessi , e ciò vale anche per le iniziative che condividono al 100 %.
Le argomentazioni formulate per giustificare la loro riluttanza , inevitabilmente , si rivelano sin troppo evidentemente contraddittorie , al punto di apparire patetiche ed imbarazzanti per chi le ascolta , in quanto il loro problema è solo legato al proprio ego .
Passando dalla psicologia agli ideali , troviamo le ultime due sottocategorie , quella dei filoparlamentari e dei costruttivo-riflessivi .
I primi sono convinti che la 194 possa essere abrogata attraverso l’operato delle due camere , nonostante la totale inattività in tal senso del palazzo in oltre un trentennio .
E’ vero che è bene avere fiducia nel prossimo , ma se in età adulta si crede ancora nell’esistenza di Babbo Natale , non ci si deve indignare se qualcuno crede di scorgere in questo atteggiamento una certa qual dabbenaggine .
E’ , infatti , difficile pensare che i nostri parlamentari possano improvvisamente convertirsi , illuminati dalla volontà di recedere dai propri interessi ( che sconsigliano operazioni a rischio di impopolarità ) , interessi sui quali è stato costruito un chiacchieratissimo sistema di privilegi ( tanto più ripugnante se si pensa al contributo ad esso dato dalle forze che invocano il voto dei ceti più poveri , per poi associarsi ad elaborare ed approvare in aula i relativi provvedimenti di attuazione ) e che spingono , ad esempio , una forza politica a farsi promotrice di volta in volta di sbarramenti elettorali fissati ad un punto percentuale al di sotto della propria consistenza .
Non si può certo pensare che la classe parlamentare ( se mai lo volesse nel merito , il che è da escludere radicalmente ) possa aver il coraggio di sfidare il blocco culturale stradominante nel nostro paese , che parte dagli ambienti femministi e vicini al partito radicale per giungere sino ai nostri avversari più aggressivi , appartenenti a frange confuse del mondo cattolico e della stessa realtà “ pro life “ , decadente e parolaia .
Sono proprio quest’ultimi i primi guardiani della 194 , in quanto appartenenti ad un mondo nel quale rientrano potenziali sostenitori della nostra battaglia e , quindi , possono dissuaderli più efficacemente dall’aderire ad un’operazione finalmente concreta e quindi utile , dopo tante vuote e retoriche enunciazioni di princìpio che hanno alimentato il mito dell’intoccabilità della stessa legge che si stigmatizzava , in quanto , per l’appunto , non seguite da azioni concrete esperite da parte di coloro che avrebbero dovuto porle in essere in forza di quelle enunciazioni .
Quanto ai costruttivo-riflessivi , ricordo loro :
-che il nostro comitato è apartitico , apolitico , vanta 8 000 aderenti ed è la prima forza “pro life“ italiana come numero di iscritti , quasi tutti acquisiti negli ultimi 15 mesi e mezzo ( eravamo 183 il 12-1-2011 ) , anzitutto attraverso il sito ( www.no194.org ) ;
-che è possibile sostenere NO194 mediante spontanee donazioni , secondo le modalità indicate nel nostro sito ora citato ;
-che , a sostegno dell’iniziativa è stata costituita l’omonima associazione con atto pubblico , forse caso inedito nel settore , in vista di un suo formale riconoscimento , a garanzia di massima trasparenza ;
che tutti gli aspetti annessi e connessi al finanziamento vengono sottoposti regolarmente al controllo di un organo di revisione esterno e che , stante la molteplicità degli avversari e la fisiologica presenza in tutti i movimenti di dissidenti che ci creano in corso d’opera , si opera nella totale consapevolezza di essere particolarmente esposti al sollecito di interventi ispettivi e altro .
Nessuno può , quindi , accusarci di essere degli ingenui romantici , in quanto questa condizione può riguardare , al limite , coloro che , eventualmente , si stupiscano dell’intento di dare all’iniziativa una copertura in termini di mezzi .
Ribadiamo , inoltre , che l’operazione referendaria , alla luce della presumibile conclusione naturale dell’attuale legislatura , non potrà di fatto svolgersi per legge prima del 2014 .
Nel frattempo , ci stiamo da tempo radicando sul territorio con i nostri nuclei operativi provinciali , per divulgare l’iniziativa e preparare l’organizzazione della raccolta delle firme .
L’associazione ha durata indeterminata e mira ad essere operante anche dopo lo svolgimento del referendum , a prescindere dal suo esito , stante l’eterna necessità di difendere , anche preventivamente , il diritto alla nascita e di agire per la sua tutela , anche con azioni culturali , ricreative , filantropiche e di volontariato , implicitamente connesse al suo fine .
Come da statuto , le cariche sono ricoperte gratuitamente e , in caso di estinzione dell’associazione , i suoi beni verranno devoluti in beneficienza .
Invito tutti coloro che ritengono che abbia un senso protestare contro qualcosa solo se si ha una proposta concreta diretta alla sua eliminazione , ad aderire alla nostra iniziativa , come detto , tramite il sito ufficiale www.no194.org .
Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194
Pubblicato su www.pontifex.roma.it il 30 aprile 2012
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