Category “Rassegna stampa specifica”

NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : PER QUALE MOTIVO LA 12 ORE DI PREGHIERA PER LA VITA ORGANIZZATA DA NO194 SUSCITA CONTROMANIFESTAZIONI

Come ogni primo sabato dei mesi dispari , si è svolta il 2 marzo scorso , dalle ore 9 alle ore 21 , la nostra 12 ore di preghiera per la Vita all’esterno del S. Anna di Torino , della Mangiagalli di Milano, dell’ospedale civile di Padova , del S. Anna di Caserta e del Garibaldi-Nesima di Catania , mentre dopo 3 giorni si è tenuta una manifestazione analoga all’esterno del S. Filippo Neri di Roma.

Il prossimo appuntamento è per sabato 4 maggio 2013 , sempre ore 9-21 .

Questo evento suscita crescenti contromanifestazioni rabbiose .

Si veda per tutte quella padovana (http://video.gelocal.it/mattinopadova/locale/padova-e-scontro-sull-aborto-davanti-all-ospedale/9549/9561., la meglio documentata a nostra disposizione .

Ora , per quale motivo la nostra protesta suscita questo tipo di reazioni ?

1 ) Da escludere dovrebbero essere le modalità scelte .

La preghiera è una pratica adottata in mille altri eventi in tema di difesa della Vita ed è atto pacifico per antonomasia , nella sua straordinaria carica spirituale e nella sua assoluta passività fisica .

Ecco , piuttosto può essere quest’ultima ad originare paradossale aggressività , soprattutto in coloro che appartengono ad aree culturali notoriamente sensibili ad azioni eroiche ispirate alla logica del trenta contro uno , ben note a coloro che frequentavano scuole e fabbriche negli anni settanta .

Il cattolico pregante ( o meglio , orante ) viene visto come naturale interprete della logica del porgi l’altra guancia , vittima sacrificale delle frustrazioni dei suoi avversari , soggetto che si può liberamente insultare se non aggredire fisicamente e che ha delegato la funzione intellettiva al Vaticano .

Proprio il Vaticano è uno dei bersagli di questi contestatori , per quanto la nostra forma di manifestazione sia finalizzata non ad affermare un’appartenenza religiosa , ma ad indurre a riflettere sul fatto che gli abortiti non si smaterializzano , ma vengono soppressi in luoghi ben precisi , dove il profitto prevale nel modo più radicale sulla Vita umana .

Ricordo che da quando è stata legalizzata l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia , noi contribuenti abbiamo versato un minimo di 7 800 milioni di euro ( oltre 15 000 miliardi di vecchie lire ) per consentire la soppressione di nostri simili ( l’aborto è assolutamente gratuito per il privato , secondo il Ministero della Salute dal 1978 sono stati praticati 6 milioni di aborti , il costo minimo di ciascuno dei quali è pari ad € 1 300 ) .

Somme che di fatto non si sono volatilizzate , ma che hanno arricchito e di molto parecchia gente , come agevolmente intuibile anche per coloro che , consapevolmente o meno , fungono da servi di potenti lobbies .

2 ) Il motivo di queste rabbiose reazioni è rappresentato , sin troppo evidentemente , dall’iniziativa referendaria sottesa alle 12 ore , organizzate per sensibilizzare l’evento di cui siamo promotori e che auspichiamo porti all’abrogazione della 194 .

E lo si nota chiaramente ascoltando le dichiarazioni dei nostri contestatori , che in taluni casi non ci hanno ancora ben identificato , ma che stanno imparando a considerarci come un elemento di rottura rispetto al pro life che hanno conosciuto in questi decenni .

E’ finito l’antiabortismo italiano omeopatico , il pro life nella migliore delle ipotesi cattocomunista e compromesso con il potere , facilone e superficiale, talvolta furbesco ed affaristico , con i relativi cantori e “ laudatores “ , oggi emarginati in una sparuta minoranza del 20% .

Non è inneggiando genericamente e populisticamente all’ovvio ( viva la Vita , l’amore , la pace , la gioia , il cielo azzurro , il sole e il cioccolato ) che si afferma qualcosa di significativo , ma è toccando i diritti altrui , se questi diritti collidono con quelli dei più deboli .

Così come è stato legale in URSS sopprimere 6 milioni di Kulaki ( secondo Conquest , un numero superiore sostengono gli altri storici più accreditati ) in quanto piccoli proprietari terrieri e per Hitler eliminare 6 milioni di ebrei in quanto ebrei , dobbiamo far sì che al più presto nel nostro paese non sia più legale annientare altri concepiti in aggiunta a quei 6 milioni già soppressi in quanto concepiti.

Gli intelligentoni abortisti guardino quel filmato e riflettano su chi , incappucciato e no , rappresenta la loro avanguardia .

I sostenitori del liberalismo , studiando la storia , abbiano modo di rendersi conto di come sotto questo profilo i loro ideali siano stati contaminati dal marxismo , che per primo , tramite Lenin in URSS , legalizzò nel 1921 l’aborto , negando il diritto fondamentale dell’uomo , quello di nascere .

Un’ideologia radicalmente liberticida ( quindi l’opposto di quella liberale ) , non solo sotto il profilo politico , ma anche economico ( divieto di proprietà e di svolgere attività di lavoro autonomo ) e religioso ( divieto di professare e propagandare la propria fede ) , e assai predisposta alla logica dello sterminio di massa , come dimostrano i 100 milioni di sue vittime certe che si contavano nel 1989 , dato ampiamente cresciuto in questo quarto di secolo .

Così come cinicamente egoista è il femminismo , nel momento in cui rivendica il diritto di sopprimere donne già durante il concepimento ( in Italia 3 milioni dal 1978 , sempre secondo i dati del Ministero della Salute , se è vero che il 50% delle gravidanze si traduce nella nascita di una femmina ) , atto più radicalmente antifemminile di qualsiasi atto maschilista e di qualsiasi forma di femminicidio , che nella sua vigliacca brutalità non sopprime l’esistenza intera di una donna .

Chiediamo alle forze dell’ordine di salvaguardare il diritto di manifestare il nostro pensiero , riconosciuto dall’art. 21 della Costituzione , e di professare la nostra fede , in linea con il disposto dell’art. 19 della Carta , allontanando e comunque tenendo a debita distanza coloro che intendono violare questi princìpi attraverso contromanifestazioni non autorizzate , analogamente a quanto viene loro garantito in occasione delle proprie più o meno pacifiche proteste .

E chiediamo a tutti di unirsi a noi , in adesione alla nostra ferma presa di posizione contro quella legge e alla concreta e non demagogica iniziativa diretta alla sua abrogazione per via referendaria , partecipando alla 12 ore del 4 maggio 2013 e iscrivendosi a NO194 attraverso il sito www.no194.org .

Pietro Guerini – Presidente e Portavoce nazionale NO194

Pubblicato il 26-3-2013 da www.prolifenews.it

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : L’AVALLO UFFICIALE DELLA CEI E NO194 , QUALE ORGANISMO CHE COMPRENDE L’80% DEGLI ISCRITTI A GRUPPI PROLIFE NAZIONALI , COME VINCENTE ANTIDOTO AL CATTOCOMUNISMO DILAGANTE

1 ) Come più volte ribadito , alla nostra iniziativa referendaria ho dato da subito un’impronta razional-giuridica e non religiosa , essendo ispirata dall’obiettivo di fondo caratterizzato non dall’evangelizzazione di un popolo ma dall’incremento della civiltà giuridica del nostro paese , che si traduce nel tentativo di assicurare una tutela giuridica ai più deboli tra di noi , i concepiti , mediante il riconoscimento del diritto di nascita .

E’ innegabile , peraltro , che tale battaglia ha un contenuto spirituale molto forte che certo non dispiace a chi come il sottoscritto , cattolico , attinse ai valori della propria fede per vivere da ragazzino come una sconfitta l’esito della prima consultazione del 1981 .

Appare , quindi , significativa la recente presa di posizione ufficiale sulla nostra operazione della CEI , pubblicata sui nostri siti , tra cui www.no194.org , attraverso il quale si raccolgono le adesioni all’operazione referendaria .

In tale nota vengono affermati due princìpi , uno generale e uno specifico , che riportiamo testualmente :

a ) “ Il Magistero della Chiesa sul doloroso problema dell’aborto richiede indubbiamente consapevolezza e impegno da parte di tutti i cittadini nel contrastare tale pratica , inaccettabile in quanto contraria al valore primario ed irrinunciabile del rispetto di ogni vita umana fin dal concepimento “ ;

b ) “ La vostra iniziativa si colloca in questo quadro di impegno condiviso , ritenendo di poter individuare nella via referendaria lo strumento più appropriato , nonostante i ben noti esiti sfavorevoli di analoghe precedenti iniziative “ .

Netta non solo la condanna dell’aborto ( che di per sé assumerebbe per qualche mente superficiale un significato esaustivo di ogni questione in materia ) , ma anche della legge che ha legalizzato , della quale , inoltre , si invoca la necessaria abrogazione e , infine e per giunta , con lo strumento referendario .

Non siamo , dunque , un branco ( molto numeroso , peraltro  oltre 14 000 persone ) di estremisti esaltati , siamo semplicemente cittadini in linea con l’orientamento anche attuale della Chiesa , che chiama a raccolta “ tutti i cittadini “ affinché si attivino nella nostra direzione .

Chi , da cattolico , non la condivide è in contrasto con l’istituzione ecclesiastica , oltreché , soprattutto , con i Pontefici .

Il 22 maggio 2003 , in occasione del venticinquesimo anniversario dall’entrata in vigore della 194 , Papa Giovanni Paolo II dichiarò : “ Non può esserci pace autentica senza il rispetto della Vita , specie se innocente e indifesa come quella dei bambini non ancora nati . “ , “ Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la Vita in ogni sua fase , dal suo sorgere sino al naturale tramonto “ .

Del resto nella “ Evangelium vitae “ del 1995 , il Pontefice polacco affermò inequivocabilmente che “ L’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta , comunque venga attuata , di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza , compresa tra il concepimento e la nascita “ .

Papa Benedetto XVI  , in occasione del trentennale dall’entrata in vigore della legge che vogliamo abrogare , quindi il 22 maggio 2008 , non fece certo affermazioni di tenore diverso : “ L’aver permesso di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza ha aperto un’ulteriore ferita nella nostra società. Difendere la Vita umana è diventato oggi praticamente più difficile , perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore “ , “ Da quando in Italia è stato legalizzato l’aborto ne è derivato un minor rispetto per la persona umana , valore che sta alla base di ogni civile convivenza , al di là di ogni fede “ .

Di recente , il 27 febbraio 2011 , Sua Santità ha sottolineato come L’aborto non è mai terapeutico, i medici che convincono le donne ad abortire le ingannano “ .

Come si può notare , la condanna espressa dal vertice assoluto della Chiesa cattolica è , del pari , rivolta non solo contro l’aborto , ma pure esplicitamente contro la legge 194 .

Circa i quesiti referendari , il nostro massimale è in linea con la posizione addirittura di Pio XII , che riteneva l’aborto legittimo solo nel caso estremo , e sempre più raro in concreto con i progressi della medicina , che dalla gravidanza o dal parto potesse derivare un serio pericolo per la Vita della donna , e il minimale con il punto 73 della stessa enciclica ora citata , che impone al parlamentare , in presenza di impedimenti ad una abrogazione totale della legge , di migliorarla .

Rispetto all’opinione agli aspiranti papi laici , che credono a sproposito di parlare a nome della Chiesa , preferisco quella dei Papi autentici e della CEI .

La quale ultima ( a differenza di quanto avvenuto nelle due precedenti edizioni della Marcia della Vita , prima della svolta abrogazionista di quest’anno ) non ci censura ( impedendoci di parlare anche per soli 10 minuti su 4 ore di conferenza a margine dell’evento ) , ma approva espressamente la nostra iniziativa .

Da oggi ogni timore interno alla Chiesa nell’appoggiarci è anche contro la CEI .

Sta , poi , al singolo componente del mondo ecclesiastico decidere se obbedire ai Papi ed alla CEI o a Don Gallo , sacerdote significativamente molto ospitato nelle tribune televisive , con interventi corredati da applausi scroscianti del pubblico in sala , sempre “politicamente correttissimo“ .

2 ) Di contro , le recenti elezioni ci consegnano un paese ancor più ( se mai possibile ) dominato da una classe dirigente ispirata a princìpi laicisti più che laici o solo nominalmente cattolici .

Mentre qualche illuminato pro life spera in un’abrogazione parlamentare della 194 , di fatto sono rappresentati nelle due camere due partiti laico-moderati , uno di sinistra ed uno populista di estrema sinistra , che candiderà Dario Fo come Capo dello Stato ( e le cui celebrate aperture a Casa Pound hanno riguardato un movimento favorevole al diritto di scelta della donna in materia di aborto , alle unioni civili e forse anche al matrimonio omosessuale ) .

Il che non potrà che aver ripercussioni sul piano dell’attività legislativo-parlamentare .

Lo strapotere di questa classe parlamentar-culturale ha contaminato anche parte di coloro che , per professata fede , dovrebbero difendere valori ( civici o religiosi ) assoluti come quello della sacralità della Vita , secondo una commistione ibrida presente da tempo in Europa e anche nel nostro paese .

Mentre la coscienza popolare nazionale è ancora caratterizzata da una genuina sensibilità verso valori assoluti , religiosamente o civicamente intesi , gli ambiti culturali e di potere sono gestiti in modo pressoché omogeneo da quella classe dirigente .

Anche il prolife nazionale ha ampiamente risentito di questo vento , prima che esso venisse perentoriamente spazzato dall’esplosione della nostra organizzazione , che , con 14 000 iscritti , comprende l’80% degli aderenti a gruppi dichiaratamente rientranti nell’area .

Da cui il carattere esilarante dell’asserzione secondo cui noi saremmo isolati all’interno dello stesso pro life italiano .

E si badi bene , un conto è aderire al comitato per la pace , la vita , l’amore , il sole , il cielo azzurro ( partecipando alle relative marce ) , un conto è agire in vista di un evento concreto ( referendum abrogativo di una legge ) rispondente ad un progetto definito in dettaglio .

Tanto più quella definizione è specifica , tanto più si moltiplicano i distinguo , basti pensare a quelli ( sia pur numericamente irrilevanti ) insorti a seguito della presentazione da parte nostra addirittura dei quesiti referendari .

Chi aderisce a NO194 sa perfettamente cosa vogliamo e dove vogliamo arrivare .

Quindi non vi può essere adesione più inequivocabile e significativa .

Orbene , quando mi sono approcciato a questo mondo ho trovato segni indelebili di un relativismo di stampo cattocomunista stridente con il carattere assoluto e non ibrido che riveste in sé la difesa della Vita umana dal suo stesso concepimento e , come visto , con la posizione della CEI .

Come definire altrimenti la presidenza di Scienza e Vita assegnata alla allora parlamentare del Pd Binetti o l’appoggio ricevuto da ambienti pro life dalla candidata ultrabortista di sinistra Mercedes Bresso alla presidenza della regione Piemonte ?

E , in seguito , come definire il relativismo politicamente corretto sulla 194 affermato a chiare lettere in passaggi di articoli da noi più volte menzionati da colui che è stato descritto come l’organizzatore delle prime due edizioni della Marcia per la Vita , finalizzato anche ad ottenere la partecipazione all’evento di politici ( tra cui quella celebrata della stessa on. Binetti , guarda caso , ancora lo scorso anno ) , come rivelato nel corso di una conferenza del giugno 2012 ( la cui registrazione è riportata su You Tube ) da uno dei fattivi organizzatori romani di quella Marcia ?

Quella impostazione domina buona parte della stampa sedicente cattolica e condiziona i comportamenti di parecchi tra coloro che quei valori assoluti in teoria dovrebbero difendere , timorosi delle reazioni che una loro difesa coerente o soprattutto concreta può suscitare .

Da parte nostra abbiamo provveduto a bonificare con quella coerenza e concretezza un ambito che grazie a tale azione da pro life sta diventando antiabortista , quindi abrogazionista , non esistendo un antiabortismo che non sia abrogazionista , come da dizionario .

Di qui , ad esempio , le recenti dichiarazioni della portavoce della Marcia stessa , ora dichiarata aperta a tutti e ispirata ad un’abrogazione della 194 , e di qui la nascita di una rivista che sostiene la nostra linea , pubblicando non a caso i nostri pezzi .

Rimangono isolati e , comunque , nettamente minoritari i relativisti etici e coloro che , magari pur dichiarandosi tradizionalisti , tra irrisione degli individui per le loro caratteristiche naturali e confusione tra disgrazie umane e castighi divini , nulla hanno compreso di questo scontro interno al pro life nazionale , in attesa che qualcuno gliene spieghi il contenuto .

3 ) Per concludere , a titolo strettamente personale , in vista del Conclave , auspico l’elezione di un Pontefice ( quali potrebbero essere gli arcivescovi di New York Timothy Dolan o di Boston Sean Patrick O’Malley , quest’ultimo un cardinale cappuccino ) che per nazionalità ed origine possa favorire l’espansione della religione cattolica nel territorio della prima potenza mondiale ( almeno tra quelle in cui non è vigente l’ateismo di stato ) e lo smantellamento del regime di apartheid che la comunità cattolica ( ormai maggioritaria ) subisce a casa propria in una delle 4 regioni dell’isola verde .

Sicuramente , in ogni caso , verrà effettuata una scelta qualificata e di grande spessore .

Pietro Guerini – Presidente e Portavoce nazionale NO194

Pubblicato il 28-2-2013

 

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : IN RISPOSTA ALL’ARTICOLO PUBBLICATO IL 14-2-2013 SU RISCOSSA CRISTIANA E RICORDANDO LA 12 ORE PER LA VITA ( DALLE 9 ALLE 21 DEL 2-3-2013 ALL’ESTERNO DEL S.ANNA DI TORINO , DELLA MANGIAGALLI DI MILANO , DELL’OSPEDALE CIVILE DI PADOVA , DEL S.ANNA DI CASERTA E DEL GARIBALDI-NESIMA DI CATANIA )

Il direttore della rivista on line di cui al titolo ci costringe a replicare ad un suo nuovo pezzo ( datato 14-2-2013 ) , redatto con riferimento sull’articolo che riportiamo di seguito al presente , per le numerose imprecisioni che lo caratterizzano e che potrebbero coinvolgere il lettore non attentissimo, a deformazione del contenuto dell’articolo medesimo .

E’ , peraltro , un dato di fatto che molti nostri iscritti non frequentano più quel sito da quando il suo direttore ha deciso di ostacolarci , fingendo un atteggiamento amichevole ma con cui trascina indirettamente tutto il personale della rivista nelle sue incoerenze , dopo essere stato convertito dal suo mentore , che a suo avviso sarebbe anche il portavoce ed organizzatore della Marcia per la Vita, oltreché colui che quando pubblica un libro realizza l’evento più importante dell’anno ( si legga l’articolo del direttore stesso del dicembre 2010 , epoca in cui il sito veniva aggiornato solo mensilmente ) non solo dal punto di vista editoriale , ma in assoluto .

Del resto , quella rivista sta vivendo una decadenza esclusivamente dovuta ai personalismi del suo direttore , che si dilunga in polemiche fondate su ragioni per nulla ideali , ma su suoi rapporti personali con questo o quel soggetto , nei quali non vi è alcuna traccia di una riscossa cristiana .

La significativa rottura quasi immediata addirittura con uno degli altri due fondatori di quel sito , per ragioni che mai nessuno è riuscito a comprendere , non è rimasto di certo un episodio isolato riconducibile a queste improvvise inversioni di tendenza .

Purtroppo dobbiamo replicare , essendo evidente che la pubblicazione di determinate tesi è finalizzata alla divulgazione delle stesse e non di quelle diverse frutto di una elaborazione delle prime fatta da terzi .

Un’elaborazione , nella fattispecie , talmente distorta da ribaltarne , ad arte o meno , totalmente il significato .

1 ) Nel mio articolo sottolineo la positiva apertura da parte della reale portavoce della Marcia per la Vita , drssa Virginia Coda Nunziante , verso tutti i movimenti pro life (quindi anche verso il nostro) e come il 2-2-2013 io abbia incontrato a Giussano ( Mb ) , tra le ore 16 e le ore 18 , sempre con scopi costruttivi , i presidenti del MPV  e di V & V , organizzazione quest’ultima nata nel 2004 da una scissione interna allo stesso MPV ( per sottolineare quanto siano tranquille e da tempo le acque nell’area pro life italiana . a prescindere dal sottoscritto e da NO194 ) .

E’ evidente che questa pacifica realtà dei fatti smentisce l’intento intrapreso da tempo dal direttore di isolare la nostra organizzazione , descrivendola come già isolata di per sé ( e di danneggiarla creando malumore al suo interno ) .

Un intento che contrasta in modo perentorio con i numeri , che parlano di nostri 14 000 aderenti , che egli ignora , come gli inglesi ignoravano ogni parametro quantitativo quando , a seguito della momentanea interruzione dei trasporti oltre Manica , dichiaravano che il continente era isolato .

Per costui contano le sigle , non quante siano le persone che si riconoscono in quelle sigle e che lavorano per esse .

E un intento che , chissà mai per qual motivo , è stato costantemente perseguito sin dalla nostra nascita proprio dal suo mentore , che , come ricordato nel pezzo , non mi ha consentito di semplicemente menzionare l’esistenza della nostra iniziativa in entrambe le sue edizioni neppure per soli dieci minuti in una conferenza di quattro ore , quella a margine dell’evento , sottraendoci così una vetrina sicuramente utile .

La scuola della distorsione a 360 gradi ( anzi 180 ) della realtà la conoscono bene coloro che sono nati negli anni 50 – primi anni 60 e precedenti , essendo tipica del periodo sessantottino ( durato un decennio ) quando la stampa stalinista , a titolo di esempio , accusava 5 ciellini disarmati di avere aggredito 100 propri commilitoni armati di spranghe , provocando così incidenti in cui i primi sarebbero casualmente stati feriti .

Ecco che , pur di fronte a fatti così circostanziati e dimostrabili sulla base di dichiarazioni ufficiali rese dagli interessati , il direttore conclude , all’opposto e ostinatamente , che noi ci troveremmo in una condizione di isolamento , venendo come meno , come minimo , ad un dovere aureo di un giornalista , quello di essere aggiornato .

Tipica di quella scuola è anche l’identificazione fotografica dell’avversario ( mancano indirizzo e numero di telefono , così faceva la stampa ora citata all’epoca ) , ricorrendo ad uno scatto effettuato in via privata ed amichevole , il che viola il mio intento costante di evitare un’esibizionistica diffusione sui media della mia immagine , da sempre respinto al pari dello sfruttamento commerciale del mio impegno antiabortista , anche se forse un giorno proprio queste distorsioni mi costringeranno a pubblicare qualcosa a livello cartaceo ( la prima offerta in questo senso mi è giunta nel 2010 ) .

2 ) Al duplice fine di giustificare la sua conversione antiabrogazionista in senso referendario , a cui è stato indotto indovinate da chi , e di ostacolare l’adesione a NO194 egli sostiene , poi , che la realtà antiabortista nazionale sarebbe peggiorata dal 2008 ad oggi , causa la sempre minore sensibilità verso le posizioni cattoliche .

Qui , a prescindere dalla veridicità dell’analisi di fondo , si incorre , superficialmente , nell’errore già compiuto dal MPV in occasione del primo referendum , quello del 1981 , quando il dibattito venne inquadrato nella contrapposizione laici-cattolici , in modo del tutto infelice , essendo i secondi statisticamente in chiara minoranza .

Non ho dato sin dall’inizio un’impronta confessionale a questa battaglia , pur essendo e dichiarandomi cattolicissimo , in quanto per me essa è una battaglia di civiltà , che coinvolge valori non esclusivamente religiosi .

Non a caso almeno il 10% dei nostri iscritti ( ben 14 000 , lo ricordo ancora all’interessato , a cui le nostre cifre danno molto fastidio , perché contrastano numericamente , e quindi in forza di una scienza esatta , con il suo auspicio di un nostro fallimento ) asserisce di essere ateo o scarsamente credente .

Non rimane quindi a costui che pregare affinché il prossimo parlamento abroghi la 194 , come ha scritto in occasione del suo precedente pezzo contro la nostra iniziativa , pubblicato a metà dicembre , con la precisazione che ciò renderebbe inutile il referendum .

Non so voi , ma io fatico ad immaginare un accordo tra Bersani , Berlusconi , Monti , Vendola e Grillo avente come oggetto l’abrogazione della 194 : spero che questa mia impressione non sia fondata su una scarsa religiosità , dovuta ad una modesta fiducia nell’efficacia delle preghiere .

Qualcuno , del resto , ha detto e dice “ Ora et labora “ o “ Aiutati che il ciel ti aiuta “ .

3 ) Ma l’attività sobillatrice si esprime anche attraverso valutazioni con cui si vorrebbero coinvolgere soggetti non proprio dotati di un quoziente intellettivo invidiabile .

Egli contesta che vi sia stata una conversione abrogazionista da parte degli organizzatori della Marcia , rispetto alle prime due edizioni , in quanto “lo slogan che ha accomunato entrambi gli avvenimenti, e che sarà sempre lo stesso, anche per la Marcia che si terrà a Roma il prossimo 12 maggio è affermare che la vita è un dono indisponibile, di Dio; condannare l’iniqua legge 194 che ha legalizzato l’uccisione sino ad oggi di 5 milioni di innocenti; invitare alla mobilitazione i cattolici e gli uomini di buona volontà .

E’ evidente che un conto è criticare una legge ma contemplandola passivamente , rafforzandone così l’intoccabilità e censurando chi la vuole abrogare , un conto è auspicarne esplicitamente l’abrogazione , accreditando tutte le forze d’area , comprese quelle abrogazioniste come ha fatto la drssa Coda Nunziante .

L’intervento della portavoce della Marcia sconfessa il direttore , il suo mentore ed il loro intento di isolarci e di dividere ulteriormente il pro life nazionale .

Quanto , poi , all’identificazione nella persona di Alemanno dell’organizzatore dell’evento , è una ricostruzione che mai è stata fatta , il riferimento riguardava una persona a lui molto vicina ( come ben comprensibile a tutti ) .

La falsa rappresentazione della realtà , in termini giuridici , viene definita artifizio , il quale ultimo , unitamente al raggiro , integra il reato di truffa , qualora ricorra un ingiusto profitto con altrui danno.

In esecuzione di quel delitto si comporta , ad esempio , colui che si fa consegnare del danaro facendo credere che tale atto sia dovuto o che si fa prestare delle somme per diverse finalità promettendo una pronta restituzione per un domani che non diviene mai oggi .

Nulla a che vedere con il furto , in cui l’acquisizione avviene senza il consenso del danneggiato .

La condotta , dunque , è piuttosto antipatica .

Per carità , non voglio appesantire la polemica , stiamo parlando di idee , ma chiedo pubblicamente al diretto interessato di occuparsi della sua rivista e del calo di contatti che essa sta soffrendo nonostante l’ottimo livello dei collaboratori , senza intervenite in questioni che non lo riguardano direttamente e di lasciarmi lavorare in pace per una battaglia nobile ( avendo essa come oggetto la salvaguardia di vite umane ) e senza costringermi a perdere tempo in precisazioni purtroppo doverose per le esigenze comunicative connesse all’iniziativa medesima .

La miglior risposta a queste manovre è iscriversi a NO194 ed alla nostra operazione referendaria mediante i siti www.no194.org e www.no194.it nonché partecipare alle 12 ore del 2-3-2013 , che si svolgerà , come sempre , il primo sabato di un mese dispari , dopo il successo dell’edizione precedente del 5-1-2013 .

A Roma si terrà una nostra manifestazione analoga il 5 marzo dalle ore 9 alle 13 all’esterno del S. Filippo Neri .

Pietro Guerini – Presidente e Portavoce nazionale NO194

Pubblicato il 15-2-2013

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : LA SVOLTA ABROGAZIONISTA TRA GLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA , LA SCONFITTA DELLA CORRENTE RELATIVISTA SULLA LEGGE E IL DIALOGO TRA LE FORZE DI AREA

Il 17 gennaio 2013 è stata pubblicata sul web un’intervista rilasciata da Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia per la Vita 2013, nella quale quest’ultima ha dichiarato testualmente :

“ La Marcia per la Vita è innanzitutto un momento di incontro pubblico di tutte le associazioni, gruppi, famiglie, singoli individui che costituisce la vasta e variegata realtà pro-life in Italia. Non si tratta solo di conoscersi e di passare una giornata insieme per affermare il diritto alla vita in un’atmosfera di amicizia e collaborazione. Non è solo una festa per la Vita. Si tratta anche e soprattutto di esprimere la nostra protesta contro l’uccisione degli innocenti, che in Italia è stata legalizzata dalla legge 194 del 22 maggio 1978. Il nostro rifiuto dell’aborto, e della legge che lo legalizza, è totale, senza eccezioni e senza compromessi. Questo è il principale denominatore comune di chi si ritroverà a Roma il prossimo 12 maggio . L’aborto è un tema etico che ha una chiara proiezione politica ed è anche sul piano politico che vogliamo incidere, lottando per abolire la 194 “ .

 

Ecco che la Marcia per la Vita viene presentata come ““ innanzitutto un momento di incontro pubblico di tutte le associazioni, gruppi, famiglie, singoli individui che costituisce la vasta e variegata realtà pro-life in Italia “ , attraverso cui si vuole incidere “lottando per abolire la 194 “ .

Scrivevo nel mio pezzo pubblicato sul web a fine ottobre 2012 in presentazione della 12 ore per la Vita ( prossimo appuntamento sabato 2 marzo 2013 , ore 9-21 , all’esterno dei soliti 6 ospedali di Torino , Milano , Padova , Roma , Caserta e Catania ) :

a)“ La manifestazione è aperta a tutti gli antiabortisti , anche appartenenti ad altre organizzazioni , che sono in grado di comprendere che se l’aborto è un fenomeno abominevole la legge che lo legalizza dev’essere abrogata , perché una legge non può autorizzare un fatto abominevole .

Chi non riesce a compiere questo passaggio logico ( o si perde in cinici macchiavellismi , sprezzanti della Vita del suo prossimo ) si esclude da solo .

Da parte nostra , dunque , nessun “ Vengo anch’io , no tu no ! “ , come quello rivolto dagli organizzatori della Marcia per la Vita ai vertici del Movimento per la Vita per l’edizione del prossimo anno , condotta che consente ai detentori di un benché minimo quantitativo di materia grigia di cogliere chi divida il pro life italiano , a prescindere dai contenuti ( che nel caso di specie sono identici tra il richiedente ed il rigettante la richiesta ) .

Non a caso nei suoi due anni di svolgimento ho chiesto di poter esporre per dieci minuti nell’ambito di una conferenza di quattro ore a margine di quell’evento la nostra iniziativa e mi è stato risposto picche in entrambe le occasioni ( espressamente nella prima , tacitamente nella seconda ) “ ;

b)“Nessuno , ad esempio , potrebbe partecipare alla preghiera collettiva , senza essere agevolmente identificabile come un infiltrato , affermando di essere favorevole all’integrale applicazione della 194 mediante il potenziamento dei consultori familiari , come Gianni Alemanno ha dichiarato in occasione della citata Marcia di quest’anno , in televisiva rappresentanza dei partecipanti “ .

Ecco che Coda Nunziante precisa : “siamo ben lieti della partecipazione di uomini politici, ma a titolo personale . L’altro anno intervenne il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ma fu una presenza istituzionale e non politica, dovuta alla prima autorità della Città in cui si svolgeva la Marcia .

E’, dunque , impossibile non cogliere una presa di distanza netta ( da noi provocata ) da parte della portavoce nazionale della manifestazione nei confronti di colui che è stato ritenuto , forse per lo più da parte di qualche giornalista suo amico , l’organizzatore prìncipe dell’evento .

La manifestazione , quindi , è aperta a tutti ed è di matrice abrogazionista , nella consapevolezza dell’importanza della legge , anche sul piano della formazione della mentalità popolare , importanza che sino ad oggi si era negata , con affermazioni scritte del seguente tenore : L’esempio è sempre quello della Croazia : con la legge abortista comunista , invariata da anni , e con una martellante campagna di educazione e di propaganda pro life sulla vita del nascituro , sulla sua dignità , sul senso del matrimonio etc . gli aborti sono diventati pochissimi . Senza toccare la legge , che un giorno , si spera , verrà abolita del tutto . Oggi un movimento pro life ha questo grande compito : non è oggi in grado di abrogare la 194 , per esempio , con un referendum “ .

La concezione relativista della legge ( considerata come un mero optional ) viene abbandonata , così come l’esigenza di non affermare una natura abrogazionista dell’evento al fine di ottenere la partecipazione dei politici , rivelata dal rappresentante di un movimento capitolino attivo nell’organizzazione della Marcia nel corso di un intervento ( che si può udire su Youtube ) in una conferenza svoltasi nel giugno dello scorso anno .

Certo , rimane un differente modo di concepire l’abrogazionismo rispetto a noi , se è vero che l’intervistata precisa ulteriormente : “Esistiamo in funzione dell’evento concreto che organizziamo, ma lasciamo ad altri amici il compito di sviluppare con altre iniziative la difesa per la vita in Italia. E ancora :  vogliamo limitarci alla organizzazione periodica di queste manifestazioni: dalla netta denuncia pubblica verrà lo spostamento culturale e da questo il mutamento legislativo per la vita

La convinzione è quella che il parlamento possa essere costretto dalle manifestazioni di piazza ad abrogare la 194 , il che è smentito da oltre trent’anni di immobilismo e dal fatto che il nostro potere legislativo sembra sempre più conformarsi al laicismo imperante presso le assemblee e le commissioni degli organismi comunitari , peggiorando addirittura e se è possibile il proprio atteggiamento in materia .

Solo il popolo può abolire quella legge , utilizzando il rituale istituto di democrazia diretta che il nostro ordinamento gli mette a disposizione , il referendum , non confidando nella conversione dei nostri politici ( interessati a non intraprendere azioni a rischio di impopolarità , che neppure condividono ) e non esaurendo il proprio impegno in manifestazioni di piazza , che debbono essere strumentali rispetto a quell’istituto , svolgendo una mera funzione di sensibilizzazione dell’evento referendario .

Al di là di questo fondamentale aspetto , prendiamo atto con interesse della conversione abrogazionista che ha colpito il vertice della Marcia e della volontà lodevole di aprirsi a tutte le realtà di area .

Il che magari non sarà sufficiente a dare la parola per dieci minuti su quattro ore di conferenze al portavoce della organizzazione interna a tale area , la nostra , che conta il maggior numero di iscritti ( 14 000 , tanto più significativi perché si riconoscono in un obiettivo concreto , ben sappiamo che la specificizzazione di un fine riduce il consenso , a causa dei mille distinguo che discendono da essa ) , ma è comunque un aspetto molto positivo , che favorisce una distensione dei rapporti , tesi da almeno un decennio , nel mondo cosiddetto pro life nazionale .

A tal ultimo proposito , comunico che in data 2-2-13 , alle ore 16 , si è svolto a Giussano un incontro tra il sottoscritto ed i presidenti del MPV e di V. & V. , nel corso del quale ho insistito affinché , ferme restando le differenti posizioni , più che legittime in democrazia , si abbandoni da subito l’ostracismo verso le iniziative altrui , ingiustificabile stante la provenienza delle stesse comunque da una forza pro life .

Ostracismo al quale noi mai abbiamo aderito , invitando , di contro e ad esempio , i nostri iscritti ogni anno a partecipare alla ( sino allo scorso anno assai soft ) Marcia citata e non opponendoci ( a differenza di quanto fatto da altri ) a che nostri militanti raccogliessero firme anche per operazioni altrui , sia pur criticabili e criticate per la loro inefficacia ed il loro mero carattere dimostrativo e simbolico .

Siamo , inoltre , disponibili ad una pubblicizzazione reciproca di tutte le iniziative di area , purché essa sia reciproca e nonostante questa dovrebbe essere anzitutto la preoccupazione di organizzazioni piccole o in difficoltà , non di un comitato come il nostro che scoppia di salute , addirittura accresciuta dai patetici , scalcagnati ed infruttuosi attacchi che di tanto in tanto vengono orchestrati con l’obiettivo di danneggiarci e che producono il duplice effetto di incrementare per reazione le nostre adesioni e di liberarci da qualche isolatissima mente confusa ( rispetto all’inequivocabile contenuto del nostro manifesto , da sempre riportato sul sito www.no194.org , attraverso il quale si può aderire all’iniziativa ), che avrebbe potuto crearci problemi nella fase più avanzata e delicata del nostro cammino .

Vedremo se tale disponibilità , da me espressa ripetutamente in quell’incontro , potrà trovare un giorno un qualche riscontro positivo , che contribuisca , nell’interesse comune , a contrastare la chiusura dei media verso posizioni e battaglie ritenute politicamente non corrette , ottimizzando gli spazi , le opportunità e le forme comunicative che ciascuno riesce a creare .

Pietro Guerini – Presidente e Portavoce nazionale NO194

Pubblicato il 3-2-2013 su www.pontifex.roma.it

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : L’ANTIABORTISMO COMPATIBILE CON L’ORDINAMENTO GIURIDICO E CON IL RICONOSCIMENTO DELLA NATURA UMANA DELLA DONNA

Tra le primissime persone che incontrai all’inizio della mia esperienza come antiabortista militante , oltre tre anni fa , ci fu un personaggio che ebbi la fortuna di perdere subito di vista , con una formazione non so di che tipo ma sicuramente per nulla giuridica e con un passato , come appresi in seguito , un po’ tribolato sul piano giudiziario che mi chiese dove volessi andare con il mio progetto senza la guida di una personalità che rappresentava , a suo dire , un luminare nel settore , proprio sotto il profilo della competenza giuridica .

Il mese scorso alcuni esponenti di una piccola ma rispettabile associazione hanno elaborato un documento , che nelle intenzione degli estensori avrebbe dovuto rimanere riservato ma poi da loro stessi ampiamente diffuso presso gli ambienti più radicali della nostra organizzazione , nel quale dichiararono di non voler appoggiare l’operazione in assenza di tre rettifiche dei quesiti , una non irragionevole ( la mancata abrogazione dell’art. 9 sui consultori familiari , anche se dovrà avvenire parzialmente , visto il richiamo in quel testo a norme di cui si richiede l’abolizione ) e due palesemente grossolane , al punto di suscitare notevoli perplessità .

Una presa di posizione probabilmente concordata con quella recente di un pentito antiabortista , convertitosi al pro life soft ( che non a caso ne ha dato ampio spazio nel suo sito ) e che voleva proporsi come modello di nostro aderente dissidente , riscuotendo poi successo solo presso gli amici del bar .

Questa azione congiunta , eterogenea in quanto presentatasi nel contempo come di matrice più moderata e più radicale rispetto alle nostre posizioni , ha contribuito ad evidenziare l’equilibrio e la concretezza che caratterizza la nostra iniziativa referendaria , a cui si può aderire attraverso i siti www.no194.org e www.no194.it , producendo un incremento della popolarità della stessa e , soprattutto , del numero di aderenti alla nostra organizzazione , in particolar modo di sesso femminile .

Cogliamo l’occasione per smentire che ciò sia stato da noi organizzato o con noi concordato .

Il fine era realmente ed evidentemente quello di danneggiarci .

Analizziamo ora nel dettaglio le due rettifiche grossolane proposte ( sulle quali ho ricevuto in questi giorni considerazioni piuttosto ironiche da miei colleghi iscritti , che preferisco non riferire e che pur avrebbero una loro incisività ) .

1 ) Una lo è dal punto di vista religioso , facendo riferimento cioè a quei princìpi a cui gli appartenenti a quell’associazione paiono ispirarsi in modo piuttosto integralista , al di là della loro dichiarata aconfessionalità .

Come abbiamo chiarito presentando i quesiti e come da manifesto , la richiesta di abrogazione è totale , puntando ad instaurare il regime giuridico immediatamente previgente alla 194 , e solo in subordine parziale .

La critica attiene proprio alla presentazione di un minimale , che viene enfatizzata ignorando che esso viene elaborato solo con riferimento ad una prospettiva ben precisa , da me presa in considerazione al momento stesso dalla stesura del manifesto di adesione che campeggia sul sito e per nulle peregrina : quella che un quesito massimale sulla 194 non venga dichiarato ammissibile dalla Consulta .

Ecco che la proposizione anche di un quesito minimale , come avviene nella quasi totalità dei referendum ( es. il primo sulla 194 , svoltosi nel 1981 , e quello del 2005 sulla legge 40 ) , diviene ineludibile .

L’accoglimento del quesito minimale , segnatamente e nella fattispecie , si tradurrebbe nell’abolizione del libero aborto nei primi 90 giorni di gravidanza , giacché anche in questa fase della gestazione l’interruzione volontaria di gravidanza sarebbe ammissibile solo in presenza delle pur generose condizioni di cui all’art. 6 lettera b .

Non è arduo immaginare quali sarebbero le conseguenze culturali di una nostra vittoria su questo sia pur da noi non preferito quesito , la quale rappresenterebbe un’inversione eccezionale di tendenza che interverrebbe dopo un dibattito nel paese di circa un anno dalla data di deposito delle firme e che rivaluterebbe davvero la posizione del concepito , mediante una modifica legislativa a suo favore e non attraverso la sottoscrizione di propagandistiche e generiche petizioni , da far valere ( anzi , da far cestinare , proprio perché mere petizioni ) in aule forse non grigie , ma comprovatamente sorde a qualunque battaglia di spessore spirituale ed assolutamente incompetenti a decidere sul cosiddetto diritto di abortire , in quanto comunitarie e non nazionali

Tale accoglimento , peraltro , potrebbe costituire presupposto sostanziale e culturale ( per una volta usiamo anche noi tale termine , spesso utilizzato con frequenza da chi intende nobilitare la propria inefficienza ) per il totale annientamento di una legge che sarebbe ad oggi precluso da ostacoli oggettivi frapposti dalle istituzioni ( come detto , dalla Corte Costituzionale ) , che ci potrebbero costringere ad una abolizione della legge in più fasi .

Dopo la vittoria nel referendum sul quesito minimale , potremmo riproporre il massimale , al limite dopo i 5 anni di legge , confidando in una differente pronuncia della Consulta , che altri definiscono organo non solo giuridico ma sensibile agli orientamenti dell’opinione pubblica , proprio conseguente a quella vittoria .

Diverso sarebbe , ovviamente , limitare la propria azione volontariamente ed a seguito di un accordo con il potere politico-parlamentare ( che talvolta propone ai comitati referendari una modifica legislativa a parziale accoglimento dei quesiti dietro la rinuncia alla loro azione ) , che sarebbe frutto di una trattativa ignobilmente condotta sulla pelle del nostro prossimo .

Un conto è la scelta , un conto è l’imposizione dell’autorità , da cui discende un oggettivo ostacolo .

Non si può ignorare o abrogare un’irrevocabile decisione della Consulta , questa è la realtà nel nostro ordinamento .

Chi vuole sostenere princìpi ignorando le regole giuridiche sussistenti nel paese dove li vorrebbe affermare , vive tra le nuvole .

Tra l’altro , questa posizione non può essere censurata neppure appellandosi al rispetto formale dei princìpi cattolici più rigorosi , a cui tanti tra di noi si ispirano .

Chi ha dichiarato testualmente quando non fosse possibile scongiurare o abrogare completamente una legge abortista, un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica. Così facendo, infatti, non si attua una collaborazione illecita a una legge ingiusta; piuttosto si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli aspetti iniqui ?

Addirittura Giovanni Paolo II nella Evangelium Vitae ( punto 73 ) !!!

Ecco che il radicalismo ( formale e non praticabile ) , in tal caso , oltre ad ignorare l’ordinamento giuridico della nazione in cui opera , non si fonda neppure sul rispetto del magistero della Chiesa cattolica .

2 ) Ma se la mancata adesione al quesito minimale , da noi proposto in via meramente subordinata in caso di censura del massimale da parte della Corte Costituzionale , poteva rispondere in sé ad una logica particolarmente rigorosa ed integralista all’insegna del “ O tutto o niente “ , quando si prende conoscenza di cosa sarebbe questo tutto non è possibile avvertire delle enormi perplessità .

Il quesito da noi prospettato verrebbe formulato in senso sostanzialmente massimale , lasciando sopravvivere gli artt. 17,18 e 19 ( che sono sanzionatori per quei pochi casi di aborto che avvengono in violazione della stessa 194 ) e l’art. 6 a ) , la norma che consente l’interruzione volontaria di gravidanza nel caso che il protrarsi della stessa implichi il pericolo di vita della madre .

Verrebbero in tal modo fatti salvi i due discutibili princìpi affermati dalla Consulta nella recente sentenza n. 13 del 2012 , con la quale sono stati rigettati i quesiti del referendum elettorale di matrice Dipietrista , che hanno sottolineato :

-l’inammissibilità di una reviviscenza di una legge ( abrogata , quali le incriminazioni del codice penale ) anteriore rispetto a quella oggetto di referendum ;

-la necessità che , dall’astratta abrogazione della legge , sia configurabile una normativa cosiddetta “ di risulta “ , quindi residua e tale da poter sopravvivere autonomamente ed essere immediatamente applicabile , regolando la materia .

Alcuni esponenti del comitato sopra citato , con un apposito comunicato che si vorrebbe emesso in rappresentanza degli iscritti e che , lo ribadiamo , avrebbe dovuto rimanere riservato ma che è stato fatto circolare presso le componenti più radicali della nostra organizzazione ( di Alessandria , Milano , Padova e soprattutto Roma solo per quanto a nostra conoscenza ) , al per noi non inedito fine di provocare una scissione di quelle componenti , hanno censurato la sopravvivenza dell’art. 6 a ) , che riconosce alla donna il diritto di abortire in presenza di un grave (sottolineo grave) pericolo di vita qualora porti a termine la gravidanza e che , secondo loro , andrebbe anch’esso abrogato .

Una posizione questa , che appare davvero sorprendente , per almeno sei diverse considerazioni, tre di diritto , tre di merito .

a ) Come noto , la donna che si trovi in quelle condizioni già prima del 1978 poteva avvalersi della causa di giustificazione generale dell’art. 54 c.p. ( stato di necessità , una scriminante come , ad esempio , la ben più nota legittima difesa ) , tuttora vigente e di fatto non abrogabile .

Quindi chiedere all’elettore di abrogare una norma la cui abrogazione non determinerebbe alcun effetto non ha significato : la fattispecie non sarebbe comunque punibile .

Quando abbiamo avviato la nostra iniziativa referendaria abbiamo puntato all’abrogazione totale della 194 ed alla conseguente restaurazione del regime giuridico sussistente il giorno precedente alla sua entrata in vigore e non a quello risalente al medioevo , quando questa scriminante forse non era applicabile a beneficio della donna , in quanto ritenuta essere inferiore .

Lo stupore è massimo quando si riscontra che gli stessi criticanti riconoscono l’applicabilità alla fattispecie in esame dell’art. 54 c.p. , attuale e anteriore alla 194 .

Si vuole così affermare la fondamentale utilità di un qualcosa che si riconosce essere assolutamente inutile !!!

b ) La Corte costituzionale ha censurato in più casi i referendum totalmente abrogativi ( es. sulla legge 40 ) , in quanto determinerebbero un vuoto normativo : lasciar sopravvivere i soli articoli sanzionatori ( per chiedere l’abolizione di una norma inutile perché non abrogabile nella sostanza ) ci esporrebbe ad una pronuncia di questo tipo , stante la non reviviscenza della vecchia disciplina prevista dal codice penale , in base al citato orientamento della Consulta , formulato in occasione della bocciatura dei recenti quesiti sui referendum elettorali sulla preferenza .

E’ chiaro che la Corte valuta la costituzionalità di un quesito in rapporto alla norma che si vuole abrogare e al netto della ricorrenza di scriminanti ( come quella di cui all’art. 54 c.p. ) che possano intervenire e il cui contenuto , tra l’altro , si connota in conseguenza di interventi giurisprudenziali .

L’abolizione della norma di cui trattasi ( il 6 lettera a del 194 ) , dunque , sarebbe assolutamente significativa in tal senso , lasciando scoperta legalmente quella fattispecie .

c ) Anche a voler concedere , è davvero un mistero come si possa ritenere che la Corte , già definita da alcuni , non dal sottoscritto , come un organo politico più che giuridico , condizionato dall’orientamento generale del potere parlamentare , possa ritenere compatibile con l’art. 32 della costituzione , che tutela il diritto alla salute ( che essa considera come diritto alla salute della donna, non essendo certo ritenuta rilevante quella del concepito , altrimenti la 194 non sarebbe stata più volte ritenuta costituzionale da tale organo ) , un quesito che contempla il legittimo decesso di una donna qualora sia in stato di gravidanza .

Donna che dovrebbe essere costretta a morire se in stato di gravidanza , in quanto non potrebbe opporsi al suo decesso pur in presenza di un grave ( e sottolineo di nuovo grave ) pericolo di vita nella prosecuzione della gestazione .

Un’obiezione tutt’altro che assurda , se è vero che la Consulta si è già espressa in questi termini 32 anni or sono , bocciando il massimale proposto del Movimento per la Vita .

Errare humanum est , sed perseverare diabolicum : come vivere con la testa in un sacco ignorando gli ( elementari ) insegnamenti della storia .

d ) Passando alle argomentazioni di merito , non occorre essere geniali per comprendere che l’allargamento del quesito a questa ipotesi estrema susciterebbe reazioni molto negative da parte di numerose nostre stesse iscritte ( alcune delle quali mi hanno chiesto espressamente garanzie in questo senso al momento di comunicare la loro adesione ) , non entusiaste dell’idea che il loro partner possa decidere che in fondo, qualora rischiassero di decedere portando a termine la gravidanza, la loro morte non sarebbe cosa grave , essenziale essendo solo la nascita del loro figlio .

In effetti , se la Vita è sacra credo che non si possa comprendere per quale motivo non lo sia quella di una donna incinta .

E anche qualora la figura femminile potesse essere identificabile con quella di una macchina riproduttiva , sarebbe evidente che la rottamazione della macchina porterebbe a conseguenze negative sul piano della procreazione futura .

Non credo che un uomo che sostenga posizioni di questo tipo susciti reazioni entusiastiche da parte della propria metà , soprattutto se capace di intendere e di volere .

Va sottolineato che pure di recente  i vescovi irlandesi ( sottolineo irlandesi ) hanno ricordato in una nota che la Chiesa afferma come la vita di un bimbo e quella della madre siano parimenti sacre .

È giudicato moralmente lecito un intervento che per salvare la donna metta a repentaglio la sopravvivenza del figlio, a patto che si tratti di un effetto collaterale non voluto e che si faccia comunque il possibile per salvarli entrambi .

Esattamente la nostra posizione .

e ) Di contro , l’allargamento del quesito nei sensi di cui sopra susciterebbe l’entusiasmo dei difensori della legge , increduli di un regalo di questa portata .

Essi potrebbero incentrare su questo caso estremo la loro campagna antireferendaria , convincendo le elettrici , che nella quasi totalità ( alla pari degli elettori ) nulla sanno dell’art. 54 c.p. , che riterremmo la loro esistenza subordinabile al venir meno di quella fattispecie .

Una prospettiva davvero suicida , che ci limitiamo a definire non del tutto giustificabile neppure dal punto di vista ideale .

Se siamo tutti concordi nel definire le varie Gianna Beretta Molla eroine , che hanno pagato con la loro vita l’amore verso il proprio figlio , è mai possibile che un atto di eroismo , frutto per antonomasia di una scelta individuale , possa essere imposto per legge ?

Ecco che il radicale duro e puro ( in realtà fuori dall’ordinamento giuridico e non rispettoso della natura umana della donna ) si comporta , di fatto , come primo alleato di Pannella e Bonino , che oggettivamente non possono che auspicare una pronuncia di incostituzionalità che mini in radice la nostra azione e , in caso di pronuncia di costituzionalità , la possibilità nella campagna referendaria di avvalersi di argomentazioni eclatanti a sostegno delle proprie posizioni .

f ) Infine , va ricordato che dal punto di vista statistico l’ipotesi di decesso qui contemplata è a dir poco remota , tanto più alla luce dei progressi della medicina .

Un’applicazione rigorosa della legge , quindi , non potrebbe giustificare l’aborto se non in ipotesi estreme e rarissime .

Ritenere che si apra uno squarcio nella legge ( tesi sostenuta dai pro life più radicali in materia di procreazione assistita e di eutanasia ) è totalmente fuori luogo ( il 95% degli aborti viene richiesto nei primi 90 gg di gravidanza da donne in piena salute , da lì al pericolo di vita c’è una sproporzione abissale ) , ragionando a tale stregua qualunque situazione di fatto potrebbe essere manipolabile in sede di suo accertamento per portare a qualsiasi risultato .

Ora , alla luce di quanto sopra , e dopo aver ribadito che il quesito minimale è stato da noi prospettato solo nella prospettiva di mancata ammissione del massimale da parte della Consulta , sorge spontaneo un interrogativo di fondo : ma le iscritte a questa associazione , essendo certamente in grado di comprendere che aderiscono ad una realtà che contempla espressamente la liceità della loro soppressione , per salvare il figlio , qualora dovessero rimanere incinte e pur nel diagnosticato rischio grave di perdere la Vita durante la gravidanza , sono state consultate prima di questa presa di posizione ?

Ed ora intendono ratificarla ?

Qualora esse dovessero ritenere più che plausibile un tale atto di ( vero e proprio ) eroismo da parte della madre , penserebbero che esso debba essere frutto di una loro scelta o di un’imposizione da parte dello Stato per il tramite di una legge ?

In alcune società arcaiche il pater familias aveva il potere di vita e di morte sui figli , potere poi trasferito alla madre gravida dalla 194 .

Nella presa di posizione oggetto del presente commento tale potere verrebbe attribuito allo Stato sulla donna durante la gravidanza .

Qualora , come sembra , tale presa di posizione sia attribuibile a soggetti di sesso maschile , viene spontaneo pensare ad una nota frase di Ricucci , che debitamente ripulita e censurata potrebbe essere tradotta in “ E’ facile fare l’eroe con il fisico altrui “ .

Non ci sembra una grande svolta sul piano della civiltà del nostro paese .

Anche la Vita di una donna incinta è sacra , proprio in quanto donna , quindi essere umano e non cosa , concepita in senso meramente riproduttivo o meno .

Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194

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